Il biglietto da visita. Quell’oggetto da “cerimoniale” anacronistico, vecchio, superato. Sempre un po’ stropicciato.
Un anno fa, di questi tempi, il Ceo di LinkedIn Ryan Holmes scriveva un articolo intitolato: “RIP Business Cards: Why it’s time to finally ditch them”, ovvero RIP biglietti da visita, ecco perché è arrivato il momento di seppellirli definitivamente.
Macchè. Il biglietto da visita ha tenuto botta. Anche nell’era dei nuovi media, dei social, dei contatti immediati e multimediali. Alcuni si sono chiesti il perché di questa tempra, di questa ostinata resistenza nella selvaggia era della digitalizzazione di massa. Come ha potuto e come può continuare il nostro caro biglietto da visita a competere con internet, coi social, coi 0,18 secondi che ci mette Google per trovare qualsiasi cosa (anche un cv o un numero di telefono)?
Quel cartoncino rettangolare ha un vantaggio ineguagliabile: girato l’angolo lo puoi gettare nel primo cestino che incontri, senza che nessuno si offenda. Sui social è ben diverso: l’unfollow è considerato dagli analisti un vero e proprio “gesto sociale”, visibile a tutti, e come tale ha le sue conseguenze.
Certamente, i vantaggi del biglietto da visita non si limitano a questo. Tutt’altro. Sarà l’ubriacatura da digitale, o il desiderio di condividere solo le informazioni minime e indispensabili, ma i social network non hanno (ancora) soppiantato la funzione del biglietto da visita: un oggetto leggero, che presuppone un gesto poco impegnativo, con poche essenziali informazioni. Nome, professione, numero di telefono e indirizzo email.
In realtà, proprio grazie a internet i biglietti da visita hanno assaggiato nuova vita. Paradosso? Sarà. Fatto sta che molte persone sfruttano i servizi per personalizzare e stampare biglietti da visita online, considerati anche la qualità della stampa digitale, i costi contenuti e le spedizioni veloci.
Il biglietto da visita dev’essere chiaro, nella forma e nella sostanza. Ben leggibile, con tutte le informazioni utili che vogliamo condividere coi nostri interlocutori, che possono essere clienti (o potenziali tali), colleghi e partners commerciali. Insomma, quel cartoncino è la nostra vetrina. Dev’essere ben allestita e capace di catturare l’attenzione, ma senza esagerare.
I biglietti da visita classici hanno forma rettangolare ma sono sempre più diffuse le varianti quadrate, tonde e ovali. Tutto dipende dalla creatività della professione e dell’immagine che si vuole trasmettere di sé e della propria personalità. Un biglietto stravagante e creativo, oppure sobrio, conciso e canonico: l’importante è che sia unico, personale ed immediatamente empatico, in grado di far intuire subito che tipo di servizio vogliamo offrire. Non un semplice pezzetto di carta. Con buona pace di tutti i suoi detrattori, LinkedIn in testa.