Nell’epoca della tecnologia facile a portata di mano, si sono moltiplicati sia gli effetti utili che la tecnologia ha sulla nostra vita, sia quelli nefasti. Ad esempio si sono fatte avanti per la prima volta delle forme di vera e propria dipendenza tecnologica, come ad esempio la dipendenza da internet o quella dai videogiochi. A prima vista possono sembrare tematiche poco importanti o di scarso impatto pratico, ma in realtà si tratta di questioni molto gravi che coinvolgono soprattutto le giovani generazioni, cresciute con il supporto e la vicinanza (a volte eccessiva) della tecnologia. Quando i primi videogiochi hanno fatto la loro comparsa negli anni Novanta, sono subito diventati una realtà di successo. In pochi però avrebbero immaginato che sarebbero diventati la fonte di una vera e propria dipendenza. Ma cosa è la dipendenza dai videogiochi, come si riconosce, e soprattutto come è possibile curarla?
Cos’è la dipendenza dai videogiochi
La dipendenza dai videogiochi non è semplicemente una grande passione per i videogames, ovviamente. Può essere che il proprio figlio esageri nello stare di fronte alla PlayStation o al pc per giocare, ma questo non identifica immediatamente ed univocamente una dipendenza dai videogiochi. Questa patologia è un vero disturbo mentale, chiamato Gaming Disorder e riconosciuto perfino dall’OMS. Si tratta di una patologia psichiatrica, che si manifesta con una serie di sintomi. In particolare se il ragazzo soffre di comportamenti particolari, è possibile abbia una dipendenza dai videogiochi. Essa si manifesta quando l’interesse per i videogiochi prende il sopravvento su tutte le altre attività della vita. Se i pensieri, e persino le emozioni della persona sono sempre e solo convogliate sul videogioco, se si verificano particolari alterazioni dell’umore, stati di euforia e di apatia che si intervallano quando si è lontani dal pc o dal game station, allora si potrebbe essere di fronte ad una dipendenza dai videogiochi. La persona dipendente soffre quando non ha la possibilità di giocare, è irritabile, di cattivo umore, o depressa. Non ne ha mai abbastanza di giocare, potrebbe rimanere ininterrottamente di fronte allo schermo per ore ed ore. In alcuni casi si assorbe completamente la propria vita (scolastica, familiare, lavorativa) nella dipendenza dai videogiochi e si possono anche verificare attacchi epilettici, ansia, perdita dell’appetito e conseguente dimagrimento, depressione. La dipendenza dai videogiochi va comunque sempre diagnosticata da uno specialista. Le persone più colpite sono i ragazzi fra i 12 ed i 16 anni che non fanno sport, hanno una vita sociale limitata e sono spaventati dal confronto con i loro coetanei.
Come si cura la dipendenza dai videogiochi
Una volta che la dipendenza dai videogiochi sia stata diagnosticata è importante cercare di impostare una vera e propria terapia che possa disintossicare il soggetto da questa dipendenza. Il tipo di terapia viene impostato diversamente a seconda della gravità della situazione. In generale la terapia della dipendenza dai videogiochi mira a cercare di ricollegare la persona alla vita reale, togliendo ad esempio i videogiochi dalla camera da letto, stabilendo delle regole molto precise e da non superare per la durata del gioco. Trovare una vera alternativa ai videogiochi, che sia in grado di assorbire l’interesse del ragazzo, di coinvolgerlo e di aiutarlo a trovare un passatempo sano, come sport ed attività sociali, è fondamentale. Quel vuoto che il ragazzo riempie nella dipendenza dai videogiochi deve essere colmato da qualcosa di sano. I genitori hanno un ruolo in tutto questo: tv e videogames non sono baby sitter alternativi dei figli che possono badare a loro quando si è troppo impegnati. La terapia va sempre impostata con uno specialista, essendo la dipendenza dai videogiochi una malattia a tutti gli effetti.