Ci sono ancora diversi interrogativi ai quali molte persone non hanno ancora saputo dare una risposta circa la fattura elettronica. Difatti, si tratta comunque di una procedura relativamente nuova e quindi non tutti sono ancora entrati pienamente nel meccanismo. Per esempio, uno degli interrogativi più frequenti riguarda il fatto se sia possibile oppure no rifiutare una fattura elettronica.
La differenza sostanziale, come vedremo di seguito, sta in realtà nel fatto che dipende verso chi sono emesse, se pubblica amministrazione o privati. Per rispondere al quesito, sarebbe opportuno prima sapere chi siano i soggetti esclusi dall’obbligo di fattura elettronica. Tra questi troviamo, per esempio, gli operatori economici non residenti o stabiliti in Italia, gli operatori sanitari e soggetti che rientrano in regimi agevolati.
Rifiutare una fattura elettronica: chi può e chi non può
Ma in maniera effettiva, chi può rifiutare e chi no una fattura elettronica? Senza troppi giri di parole, un Amministratore può rifiutare una fattura elettronica se l’ammontare della somma non corrisponde a quanto dovuto o riporta degli errori. Mentre, se tra privati, una fattura conforme al sistema di Interscambio, non può mai essere rifiutata. Il soggetto che la riceve, deve sempre accettarla e, se si rende conto dell’errore, può chiedere la dovuta correzione con una modalità precisa.
Pubblica amministrazione: quando può rifiutare una fattura elettronica
Ci sono dei casi precisi, come specificato dall’Agenzia delle Entrate, in cui la fattura elettronica può essere rifiutata dalla Pubblica Amministrazione. Per ogni fattura elettronica di questo tipo, infatti, il ricevente, appunto la PA, può inviare una notifica di accettazione al Sistema di Interscambio o di rifiuto entro e non oltre il limite di 15 giorni. Difatti, la Pubblica Amministrazione, quindi, può rifiutare una fattura elettronica se comunica l’errore entro 15 giorni al soggetto che l’ha effettivamente emessa, se dovesse essere rilevato un errore o una mancanza.
Nella fattispecie, le cause che possono portare al rifiuto della fattura elettronica da parte della PA sono differenti. il documento in questione deve sempre e comunque rispondere a dei requisiti precisi, tra questi: l’integrità, la leggibilità, l’autenticità; essere nell’ormai noto formato XML (eXtensible Markup Language), essere dotata di firma elettronica di chi ha emesso la fattura e avere il codice identificativo univoco. Va da sé che il contenuto, ovviamente, debba essere concordato precedentemente tra le parti, per evitare eventuali rifiuti.
Fattura elettronica: altre info utili per i privati
Ribadiamo che, un privato difatti non può rifiutare una fattura elettronica. Il documento, se ricevuto tramite il Sistema di Interscambio, riscontra degli errori, che possono riguardare dati anagrafici, di importo e così via, non si può mai respingere.
È stata proprio l’Agenzia delle Entrate a chiarire questo aspetto, che riguarda soggetti privati, residenti stabiliti e identificati in Italia: chi riscontra errori nella fattura elettronica, può richiedere di emettere una nota di credito per correggere il documento sbagliato, per riemettere la fattura, quando necessario. La richiesta va fatta tramite altri strumenti, non tramite lo SDI (si può usare la PEC). Si deve attendere, difatti, la nota di credito e quindi la fattura corretta.