Il cheratocono, una malattia progressiva che colpisce anche i soggetti più giovani

Il cheratocono è una malattia degenerativa, non infiammatoria della cornea che ne determina un assottigliamento e di conseguenza una deformazione della sua parte centrale.  La cornea è una membrana che copre la parte anteriore dell’occhio, ed è la prima lente che la luce incontra nel suo percorso per arrivare fino al cervello. E’ un elemento fondamentale per la visione perché permette il passaggio dei raggi luminosi e contribuisce alla messa a fuoco delle immagini sulla retina. La cornea ha normalmente un aspetto sferico ma a causa di questa patologia tende a variare la sua curvatura verso l’esterno presentando al centro una sorta di apice (o cono) che si accentua con il progredire della malattia.
A causa di questa malformazione la cornea modifica il suo potere refrattivo dando così una visione distorta.
Il cheratocono colpisce 1 persona su 500 con un’incidenza maggiore tra adolescenti e giovani adulti.
Nel 25% dei casi se non si interviene tempestivamente il paziente va in contro al trapianto di cornea.

Sintomi del cheratocono

A causa della curvatura irregolare che assume la cornea colpita, tra i primi sintomi del cheratocono si ha una distorsione della vista, che risulta offuscata, con irritazione oculare e fotofobia.
Il cheratocono tende a progredire nel corso di 10-20 anni per poi stabilizzarsi, può colpire uno o entrambi gli occhi, spesso con entità diverse.
Con il peggiorare della malattia si ha una riduzione dell’acuità visiva sia da vicino che da lontano, c’è un peggioramento della visione notturna e diventa impossibile indossare le lenti a contatto.
Molto spesso il cheratocono è associato a una congiuntivite allergica.

 Cause del cheratocono

Non sono note le cause del cheratocono, viene descritta una predisposizione genetica anche se solo il 15% delle persone affette ha un parente con il cheratocono.
Molto spesso viene associato a:

  • patologie oculari come la retinite pigmentosa e la cheratocongiuntivite primaverile;
  • può essere conseguenza di lesioni o danni importanti alla cornea dovuti a sfregamento vigoroso dell’occhio, utilizzo prolungato di lenti a contatto o irritazioni croniche.

Diagnosi

La diagnosi viene fatta durante la visita oculistica dove lo specialista misura la rifrazione dell’occhio e tramite il cheratometro valuta la curvatura della cornea e l’entità dei danni refrattivi.

Altre tecniche utilizzate sono:

– esame con lampada a fessura, attraverso questa lampada l’oculista dirige un fascio di luce nell’occhio e con un microscopio va ad analizzare le strutture oculari evidenziando eventuali anomalie della cornea;

-pachimetria con la quale viene evidenziata la riduzione dello spessore della cornea

– topografia corneale, che grazie alla mappatura della cornea permette di vedere l’aumento della sua curvatura ed è fondamentale per fare una diagnosi precoce del cheratocono;

– retinoscopia, è l’esame visivo della retina, con lo scopo di misurare il difetto refrattivo.

La diagnosi precoce è importante, per prevenire danni e un ulteriore peggioramento del visus.  Il cheratocono infatti riduce la qualità della vita, dovendo il paziente sottoporsi a frequenti visite oculistiche, variazioni delle lenti correttive, eventuali trattamenti fisico-chimici fino addirittura ad arrivare alla chirurgia.

Trattamento

Il trattamento del cheratocono varia a seconda della gravità dei sintomi e dalla velocità con la quale la patologia progredisce. Negli stadi iniziali viene trattato con l’utilizzo di lenti a contatto morbide o semirigide, tuttavia con il progredire della malattia la cornea si assottiglia e assume una forma irregolare che rende inutilizzabili questi dispositivi, si ricorre a questo punto alla chirurgia o nei casi più gravi al trapianto di cornea.

Le principali lenti utilizzate per la cura del cheratocono sono:

  • Lenti a contatto rigide gas permeabili: queste lenti si adattano alla forma irregolare della cornea, correggendo in maniera soddisfacente il difetto visivo ma purtroppo non arrestano la progressione della patologia. L’aspetto negativo di questo tipo di lente è che spesso risulta fastidiosa e mal tollerata dal paziente.
  • Lenti a contatto sclerali o semi sclerali: vengono prescritte negli stadi più avanzati quando la cornea ha un aspetto molto irregolare. Queste lenti hanno la caratteristica di essere di diametro più grande delle normali lenti a contatto e questo permette una buona adesione sulla sclera, che è la parte bianca dell’occhio, di conseguenza risultano più stabili e confortevoli.

Un altro trattamento utilizzato sono gli inserti corneali, dei dispositivi molto piccoli che vengono messi sulla parte periferica della cornea e aiutano a ripristinare la normale forma della superficie corneale.

Gli interventi principali usati per il trattamento del cheratocono sono:

  • Anelli Stromali o INTACS, ovvero vengono impiantati dei segmenti circolari all’interno dello stroma corneale, dopo aver eseguito con un laser a femtosecondi, due piccoli fori dentro il tessuto corneale. Questi segmenti provocano un appiattimento della parte centrale della cornea correggendo il difetto visivo.
    L’intervento come spiega il Dott. Severino, oculista a Pisa ed esperto di questo tipo di intervento, è assolutamente indolore e ha una durata di pochissimi minuti.
  • Cross-linking corneale, eseguito in centri specialistici come lo Studio Oculistico Severino: questa tecnica impiegata soprattutto nelle fasi inziali della malattia, consiste nell’applicare sulla cornea un prodotto chiamato riboflavina, che viene poi attivato da una luce ultravioletta. L’azione combinata della Riboflavina con la luce stimola la cornea a rinforzare i tessuti che la compongono, determinando così un rallentamento dell’evoluzione della malattia.
  • Trapianto di cornea, è l’ultimo intervento che può essere applicato quando ormai il cheratocono è in una fase così avanzata in cui non è possibile effettuare gli altri tipi di interventi.