L’arte dell’illuminazione museale: cosa deve tenere in considerazione un lighting designer?

Quando visiti un museo, ti capita mai di ritrovarti in sale molto illuminate e in altre con pochissima luce e chiederti il perché di questa scelta?
Se è così, allora sappi che dietro a queste decisioni c’è un profondo studio che a volte può sembrare banale agli occhi di chi non se ne intende.

Esterno

L’illuminazione museale è una disciplina antica, nata alla metà del 1700 con il Louvre, uno dei primi musei con uno studio di progettazione illuminotecnica, e che richiede una preparazione non da poco, a volte sottovalutata da chi visita un museo, ma grazie alla quale possiamo godere di capolavori inestimabili.

Pensare l’illuminazione museale: il lighting designer

Progetto

Come abbiamo detto, la luce nei musei non è usata solo per “vedere”, come se fossimo a casa nostra e accendessimo la luce della cucina, ma ha moltissime sfaccettature.

L’illuminazione museale richiede la capacità di convogliare questa necessità con un insieme di compiti che devono rendere il museo un posto accogliente e piacevole.

Questo lavoro è affidato a figure professionali specializzate, chiamate lighting designer. Il lighting designer si occupa dell’ottimizzazione dell’utilizzo della luce, tenendo conto di tutti quegli aspetti che caratterizzano una mostra.

Se vuoi vedere alcuni esempi, puoi andare sul sito petruccimarco.it, del light designer Marco Petrucci, professionista che si è occupato dell’illuminazione di varie esposizioni, o di Claudio Cervelli, anche lui attivo nel mondo museale.

Cosa bisogna tenere in considerazione nell’illuminazione museale?

Mostra

Le cose da tenere in considerazione quando si illumina uno spazio museale sono molte:

  • La conservazione delle opere

  • La cura della resa cromatica

  • L’ambiente circostante

  • L’opera che si vuole illuminare

La conservazione delle opere

La luce è un elemento dannoso per le opere d’arte, soprattutto per i dipinti, a causa dei raggi UV e IR che emette.

Questo punto è il principale da tenere in considerazione, poiché a seconda della delicatezza del capolavoro, bisogna utilizzare un tipo di esposizione piuttosto che un’altra.

È stata creata una classificazione che distingue ogni opera per la sua debolezza alla luce e per ognuna è stato riferito un intervallo di esposizione adeguato.

Molte strutture, soprattutto le chiese, stanno adottando oggi degli stratagemmi per mantenere il meno esposta possibile un’opera, come ad esempio strumenti di interruzione della luce, che si spegne se non è presente nessuno nelle vicinanze, oppure interruttori a tempo limitato che si attivano con un pulsante. Inoltre grazie alle lampade a LED, che emettono una quantità di raggi UV e IR bassissima, si riesce a mantenere un’esposizione costante senza provocare danni in maniera significativa.

Mostra

La cura della resa cromatica nell’illuminazione museale

Come sai, i colori sono visibili grazie alla luce. Tuttavia non tutte le lampade emettono uno spettro luminoso come quello del Sole, causando quindi una perdita della percezione del colore.

Una lampada ad incandescenza non illuminerà nello stesso modo di una lampada a LED che a sua volta non illuminerà come il Sole. Allo stesso modo, il Sole a mezzogiorno illumina diversamente rispetto a quando si trova all’orizzonte.

Quindi bisogna cercare di mantenere il più possibile fedele la resa, studiando gli spettri luminosi. Anche per questo lavoro ci sono delle scale metriche che aiutano ad orientarsi.

Illuminazione

Ambiente circostante

Anche l’ambiente in cui è esposta la mostra gioca un ruolo fondamentale. Se un’opera è all’aperto, necessita di cure diverse rispetto ad una che si trova in un ambiente chiuso.

Se si è all’aperto bisogna tenere conto anche del momento della giornata, soprattutto per quanto riguarda la resa cromatica, che abbiamo visto prima è influenzata da ogni singolo cambiamento dello spettro luminoso.

L’opera che si vuole illuminare

Un dipinto ha esigenze diverse rispetto ad una scultura o ad un’opera architettonica all’aperto, sia per quanto riguarda il volume che i colori. Per questo un buon lighting designer deve studiare come illuminare ogni elemento in maniera efficace e ottimale, affinché il visitatore non si perda alcun dettaglio dell’opera.

Mostra

Oltre a questi aspetti più tecnici, abbiamo detto che la luce non serve solo per mostrare i beni artistici, ma anche per far risaltare tutta l’esperienza dentro al museo.

Si dovrà tenere conto:

  • Del significato culturale e architettonico dell’ambiente in cui si svolge la mostra;

  • Di come migliorare la presentazione dei beni museali;

  • Di quali tipi di illuminamenti sono più adatti per la progettazione.

Infatti ad essere illuminato non è solo l’esposizione museale, ma anche il museo stesso. Possiamo considerare l’illuminazione come un elemento decorativo, ma anche di accessibilità della struttura. Una luce ben curata dà l’idea di un posto tenuto decorosamente e quindi trasmette piacere, curiosità e interesse.

L’illuminazione museale deve accogliere, incuriosire, guidare, conservare la cultura e intrattenere. Per realizzare tutto questo non ci si può improvvisare: bisogna studiare e progettare sempre soluzioni nuove e innovative.