Il futuro del mondo del lavoro è targato STEM
Per chi non lo sapesse, si tratta di un acronimo delle parole inglesi Science, Technology, Engineering and Mathematics (scienza, tecnologia, ingegneria e matematica) usato per indicare le discipline scientifico-tecnologiche e i relativi corsi di studio. Quest’ultimi stanno acquisendo sempre più importanza dal punto di vista occupazionale e potrebbero diventare, nel giro di qualche anno, le lauree più richieste dalle aziende non solo italiane, ma anche all’estero. Non ci è così difficile immaginare il perché, soprattutto se pensiamo che il mondo si sta evolvendo in maniera sempre più tecnologica e che alla base del futuro c’è l’intelligenza artificiale. Per svilupparla, servono competenze tecnologiche, matematiche e ingegneristiche. In tutto questo, l’economia ha sempre il suo gran peso.
Tutti i neodiplomati che si chiedono che cosa fare dopo tra un bagno al mare e uno in piscina o tra un viaggio e l’altro, dovrebbero chiedersi quali sono le facoltà che consentono al binomio lauree/lavoro di risultare vincente. È importante scegliere un indirizzo di studi che nel giro di poco tempo dal suo completamento riesca a creare uno sbocco lavorativo che dia soddisfazione di tutti i sacrifici affrontati.
Lauree più richieste: le STEM
Il rapporto sul Profilo Occupazionale dei laureati del Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea è ha rivelato che il tasso di occupazione dei laureati STEM è pari all’89,3%. DI conseguenza, le lauree più richieste dal mercato del lavoro sono quelle appartenenti ai gruppi economico-statistico (94,8%) e a ingegneria (94,6%). Questo dato è confermato anche da un report realizzato da Unioncamere e Anpal. Questa ricerca ha confermato che, nel giro di 5 anni, le lauree in grado in garantire un lavoro stabile saranno quelle dell’area medico-sanitaria, economica e ingegneristica. Subito dopo vengono le lauree inerenti al settore giuridico, della formazione, politico-sociali e letterarie.
Chi desidera iscriversi a un corso di laurea in scienze politiche e relazioni internazionali sa che da ora a 5 anni saranno disponibili tra i 59 mila e i 63 mila posti (sono stime approssimative, ovviamente). Invece, chi frequenterà il corso di laurea in economia, si ritroverà tra le 152 mila e le 162 mila richieste di lavoro. Sono tutti dati da tenere in conto per la propria scelta, anche se è chiaro che ognuno deve poi seguire le proprie attitudini e i propri desideri.
Lauree e lavoro: quanto pagano le discipline STEM?
Il 55,6% degli occupati provenienti da corsi di laurea STEM può vantare un contratto a tempo indeterminato. Già solo questo le rende una scelta allettante, visto che pochi sono i giovani che possono vantare un tipo di contratto del genere.
Dal punto di vista della retribuzione, chi lavora in ambiti scientifici, tecnologici e ingegneristici riceve in media una paga mensile netta pari a 1571 euro. È il 16% in più rispetto al guadagno medio dei laureati in ambiti diversi dallo STEM che si aggira intorno ai 1350 euro netti.
Le lauree più richieste sono solo per uomini?
Un altro aspetto che emerge in maniera chiara dal report di AlmaLaurea è il gap di genere che esiste tra i laureati e le laureate nelle discipline STEM. È vero che il numero di donne iscritte a questo tipo di facoltà è molto inferiore rispetto agli uomini, ma si tratta di un problema culturale in cui gli stereotipi di genere la fanno da padrona. Si pensa che le lauree più richieste non non siano adatte al mondo femminile, più incline all’insegnamento, alle materie umanistiche o alla psicologia, ma non esiste una spiegazione biologica per questa consuetudine. Anzi, se guardiamo ai dati, essi ci parlando di donne laureate in materie scientifiche con votazioni per la maggior parte migliori di quelle degli uomini.
Ma non si tratta solo delle lauree: il lavoro non premia le donne che sono uscite da un’università STEM. Possono essere laureate in atenei tradizionali o in quelli telematici come UniCusano, non c’è differenza. Risultano meno impiegate rispetto agli uomini: solo l’85% a fronte del 92,5% maschile. A livello contrattuale, il 62,5% degli uomini con una laurea STEM hanno il contratto fisso mentre solo il 45,1% delle donne con lo stesso tipo di formazione alle spalle può dichiarare lo stesso. Queste differenze toccano anche gli stipendi: i 1699 euro percepiti dagli uomini si scontrano con i 1375 delle donne.
Un discorso del genere nel 2020 è assolutamente ammissibile e l’ha riconosciuto anche la Ministra per le Pari Opportunità Bonetti in un’intervista sul portale informatico Skuola.net. Riconoscendo il ruolo fondamentale delle discipline STEM nel futuro, Bonetti ci ha tenuto a ribadire quanto sia imperativo che anche le donne partecipino a questo futuro. Speriamo che questa volontà si trasformi presto anche in atto e che le lauree più richieste non siano legate a un solo genere.