Le RSA nascono per assistere al meglio anziani non autosufficienti e disabili. Assistere anziani non più autosufficienti e disabili è un lavoro impegnativo, che richiede una disponibilità costante e un’adeguata formazione professionale.
Per tal motivo, le famiglie di questi soggetti fragili, hanno bisogno del supporto di una struttura che possa garantire loro tutto ciò di cui necessitano.
La RSA, acronimo di Residenza Sanitaria Assistenziale, è appunto dedicata a disabili e anziani non più in grado di provvedere a se stessi, assicurando loro sia l’assistenza medica che quella infermieristica, ma anche l’assistenza terapeutico-riabilitativa.
Quest’ultimo aspetto non è da sottovalutare perché risponde all’esigenza di non considerare disabili e anziani non autosufficienti come inutili fardelli ma come persone nel pieno della loro dignità, per le quali vale la pena impegnare tempo e risorse con l’intento di migliorarne le condizioni di vita.
Pertanto, le RSA non hanno nulla in comune con gli ospizi per anziani di un passato ancora troppo recente, strutture dove i parenti divenuti un peso per le famiglie venivano confinati e dimenticati.
Le RSA possono essere strutture sia pubbliche che private accreditate
Il generale avanzamento dell’età media ha come “effetto collaterale” anche l’aumento degli anziani bisognosi di assistenza.
La società e le amministrazioni pubbliche sono chiamate a prendere atto della situazione e a farsene carico, mettendo in campo le risorse e le strutture che hanno a disposizione.
Nonostante si cerchi di favorire l’assistenza agli anziani al loro domicilio fin quando è possibile, utilizzando personale OSA preparato, sono comunque molto numerosi quelli che non possono fare a meno del ricovero.
Purtroppo, gli enti pubblici faticano a rispondere con sollecitudine ai bisogni di tutti, per questo l’appoggio che offrono le strutture private gioca un ruolo davvero importante.
Come ci informa il Ministero della Salute, Le RSA dirette da attori privati possono venire accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale, andando a costituire un’ulteriore risorsa e alternativa a quelle a gestione pubblica.
Per ottenere l’accreditamento, queste strutture devono seguire uno specifico iter burocratico, pensato per garantire all’utenza prestazioni di pari livello qualitativo delle pubbliche.
Il percorso di divide in tre fondamentali passaggi:
- Autorizzazione
- Accreditamento
- Accordi contrattuali
La domanda di autorizzazione per l’accreditamento al SSN va presentata alla Regione, soggetto a cui spetta definire quali debbano essere i requisiti necessari per ottenerlo.
Nel frattempo, il Comune predispone una verifica diretta della struttura, per accertare che ciò che è stato dichiarato corrisponda alle reali condizioni.
Una volta ottenuta l’autorizzazione, se il privato vuole convenzionarsi con il SSN, può richiedere l’accreditamento.
Anche in questo caso, è necessario rispondere a determinati requisiti che consentono alla struttura di erogare le stesse prestazioni della Sanità pubblica, facendo pagare all’utente il medesimo ticket. Affinché siano sempre allineati con i requisiti richiesti, la Regione si riserva di valutare regolarmente i servizi erogati e di annullare l’accreditamento qualora non lo siano più.
Per completare il percorso dell’accreditamento, è prevista la sottoscrizione di specifici accordi contrattuali tra l’amministrazione pubblica e il privato.
Per offrire la migliore assistenza, all’RSA servono strumenti moderni e all’avanguardia
Una volta ricoverato in una RSA, l’anziano viene preso del tutto in carico dalla struttura, che dovrà gestirlo dal punto di vista medico, infermieristico e terapeutico ma dovrà anche pensare ai suoi bisogni quotidiani, come la somministrazione dei pasti, l’igiene e l’intrattenimento.
Ogni paziente ha le proprie esigenze ed è quindi necessario redigere un piano di assistenza personalizzato, che tutti i professionisti e gli operatori sanitari possano consultare con facilità, prima di interagire con l’assistito.
Lo strumento che risponde a questo bisogno è la cartella clinica.
Si tratta di un compendio di tutte le informazioni che riguardano ogni persona, dal momento del ricovero fino alle dimissioni.
In passato, le cartelle cliniche erano dei faldoni che aumentavano di dimensioni in proporzione al tempo in cui i pazienti restavano ricoverati. Infatti, nella cartella è indispensabile annotare tutto ciò che riguarda il malato, ogni attività che svolge, ogni farmaco o terapia che gli vengono somministrati e tutti gli esiti degli esami e delle visite che esegue.
In pratica, un mucchio enorme di fogli stipati dentro una cartellina.
Per fortuna, gli strumenti più moderni hanno fatto il loro ingresso anche in ambito sanitario, con l’informatizzazione dei supporti e la digitalizzazione dei documenti.
Advenias S.r.l., una società del gruppo Zucchetti, è riuscita a sostituire il cartaceo con un moderno software per la cartella clinica per RSA, una soluzione molto più pratica ed efficiente.
Per qualsiasi operatore, medico o infermiere è molto più semplice annotare su un tablet o su uno smartphone il lavoro appena svolto o la prescrizione di farmaci appena decisa, piuttosto che maneggiare una pesante e poco pratica carpetta piena di fogli.
E vogliamo parlare di quanto è famosa la categoria dei dottori a causa della loro calligrafia illeggibile? Se tutti gli appunti sono informatizzati, non si corre il rischio di interpretarli in maniera sbagliata.
In conclusione, anche nel settore della sanità, la strada della digitalizzazione è oramai stata imboccata e non possiamo che esserne soddisfatti.