Padelle antiaderenti: la storia dei rivestimenti in Teflon®

Non molti sanno che le padelle antiaderenti che siamo soliti utilizzare hanno circa 2.000 anni, infatti sono state ritrovate testimonianze di padelle antiaderenti già nel I secolo d.C.

Oggi utilizziamo principalmente padelle con rivestimenti in Teflon, materiale scoperto negli anni ‘40 ed entrato in commercio solo negli anni ‘60.

Quando nasce la prima padella antiaderente?

Le padelle antiaderenti hanno circa 2000 anni, le prime testimonianze risalgono all’antica Roma. Ne parlò per primo Apicio, uno chef famoso al tempo, nei suoi testi raccomandava l’uso di queste teglie a fondo rosso: le cumanae testae. Sono state ritrovate a Cuma dagli archeologi ceramisti vicino agli stabilimenti dove venivano prodotte.

Le cumanae testae erano una sorta di teglie antiaderenti con fondo rosso, dotate di un rivestimento liscio che permetteva di non far attaccare gli alimenti ma, appunto, farli scivolare.

Venivano utilizzate per cotture a fuoco lento e soprattutto ricette a base di carne.

Le padelle che utilizziamo oggi sono realizzate in politetrafluoroetilene, comunemente conosciuto per il nome conferitogli dall’azienda che lo ha prodotto, ovvero Teflon® marchio DuPont. Il Teflon è un materiale plastico con caratteristiche antiaderenti.

I rivestimenti in teflon per padelle ad uso domestico iniziano ad essere commercializzati intorno agli anni ‘60, da quel momento molti marchi si interessarono al prodotto.

I rivestimenti si differenziano per numero di strati e di conseguenza per resistenza e durata, più strati presenta, maggiore sarà la durata nel tempo e minore l’usura.

Come sono nati i rivestimenti in Teflon®? Chi l’ha scoperto?

La scoperta del Teflon® è una delle tante scoperte importanti avvenute totalmente per caso.

La vicenda risale al 1936, quando Roy Plunkett, finito il dottorato in chimica, approda alla DuPont, azienda importante nel campo chimico.

Plunkett era stato incaricato di scoprire un nuovo composto simile al Freon 114 ma che fosse privo di brevetto.

Plunkett penso dubito di far reagire chimicamente il cloro tetrafluoroetano con il tetrafluoroetilene.

Nel 1938 l’assistente di Plunkett scelse una bombola e aprì la valvola, ma non successe nulla. Il peso però era cambiato, per questo si accorsero che in realtà qualcosa era successo ma non come se lo aspettavano.

Il gas era sparito, ma al suo posto era comparsa una polvere bianca, il gas si era polimerizzato, ovvero aveva creato una fila di molecole composte, trasformandosi in politetrafluoroetilene (PTFE).

Non era il risultato che ci si aspettava ma DuPont decise comunque di far analizzare questo nuovo composto chimico, il quale risultò avere delle caratteristiche chimiche straordinarie.

Risultava chimicamente inerte, resistente alle sostanze corrosive e alte temperature.

Non fu chiara da subito la sua applicazione.

Nel 1941 venne chiesta alla DuPont la possibilità di sviluppare il composto da parte di Leslie Groves, il quale lo utilizzò per gli impianti in cui gli scienziati stavano sviluppando l’uranio per costruire le bombe atomiche.

Successivamente al lancio delle bombe atomiche DuPont lancio sul mercato il nuovo materiale, il nome Teflon® nasce da un’assonanza con Nylon e Rayon.

Da quel momento i rivestimenti in teflon vengono utilizzati in molti campi: per le padelle antiaderenti, per isolare i cavi e ridurre l’attrito, viene usato anche dalla NASA per tessuti termici e tute, in medicina per protesi e crateri. Ne vengono prodotte ogni anno circa 200.000 tonnellate.

Quando viene prodotta la prima padella con rivestimenti in teflon?

Nel 1954 Marc Grégoire lancio sul mercato le prime padelle Tefal, utilizzando il Teflon® insieme all’alluminio. Da quel momento molti copresero le potenzialità del materiale e il campo di produzione si ampliò sempre di più. Dagli anni ‘60 infatti la presenza di padelle con rivestimenti in teflon è sempre più comune.

STT Italia è una delle aziende leader nel settore dei rivestimenti in teflon.

Questi rivestimenti sono molto funzionali perchè il PTFE, o Teflon®,è un materiale con ottime qualità:

  • non viene aggredito da nessun agente chimico;
  • la superficie è scivolosa, quindi nessun materiale può aderirvi;
  • è idrofobo;
  • ha un punto di fusione alto;
  • non degrada se esposto alla luce.

È importante avere cura di rivestimenti di questo tipo per non far sì che il PTFE risulti dannoso alla salute o all’ambiente.

Infatti il composto resistente ad alte temperature ma non infinite, superare 450°C potrebbe comportare la decomposizione del materiale. Fortunatamente tutti i cibi che comunemente mangiamo cuociono a temperature molto più basse, è sconsigliato però far scaldare la padella a vuoto perché questo comporterebbe raggiungere temperature molto elevate.

Un altro accorgimento importante è non esporre le padelle a shock termici, come ad esempio lavarle subito dopo l’utilizzo con acqua fredda.

Bisogna fare attenzione assolutamente al materiale se risulta danneggiato e sostituirlo.

I rivestimenti in Teflon sono dannosi?

La fondazione Airc per la ricerca sul cancro ha garantito che il PTFE presente nei rivestimenti in Teflon® non risulta dannoso per la salute e per l’ambiente se utilizzato nel modo giusto e con i giusti accorgimenti.

Il materiale dannoso collegato alla produzione di rivestimenti in Teflon è il PFOA, l’acido perfluoroottanoico, utilizzato nei processi di produzione del prodotto. Questo acido risulta dannoso sia per l’uomo che per l’ambiente se disperso nell’aria o nell’acqua potabile, bisogna prestare attenzione soprattutto nelle zone limitrofe alle aziende.

Infatti, come documentato nel film “Cattive Acque”,la DuPont è stata indagata e finita a processo per aver avvelenato volontariamente le acque di alcune cittadine in West Virginia vicino alle industrie dell’azienda. Hanno rilasciato sostanze dannose nei ruscelli e soprattutto i lavoratori non venivano per niente tutelati. La disattenzione nei confronti della salute e dell’ambiente da parte di DuPont ha portato molti cittadini a riscontrare malattie incurabili.