Conseguire un patentino da saldatore può rivelarsi una scelta vincente per chi sia alla ricerca di lavoro, perché un documento del genere arricchisce qualsiasi CV e rende il profilo del candidato completo ed appetibile per aziende e industrie del settore metalmeccanico e di molti altri.
Per effettuare corrette saldature, infatti, occorrono delle conoscenze e delle abilità molto circostanziate, perché i risultati finali devono essere conformi a delle precise e rigorose normative. È possibile acquisire un know-how di questo tipo solo frequentando un corso di saldatura certificato, che attesti l’abilità attraverso un percorso formativo conferendo la qualifica di saldatore dopo aver accertato le capacità tecnico-operative.
La qualifica di saldatore è molto richiesta, perché è garanzia di capacità professionali in grado di soddisfare gli stringenti requisiti di fabbricazione, ed infatti dopo aver frequentato il corso è previsto sempre un esame finale di qualifica durante il quale deve essere dimostrata la padronanza acquisita nelle diverse tecniche operative di saldatura.
L’esame consta quindi di una prova pratica, generalmente l’esecuzione di un giunto saldato, che viene poi sottoposto agli specifici test di laboratorio per verificarne la conformità.
La conformità della saldatura compiuta durante l’esame alle norme di riferimento, e quindi l’assenza di difetti, sono condizioni imprescindibili per conseguire la certificazione e la qualifica!
Quali sono le tecniche di saldatura
Va precisato che un solo patentino non è sufficiente: sono numerose infatti le tecniche di saldatura, processi diversi che allo stato dell’arte sono, per citare i più diffusi, MIG, MAG, TIG, e le saldature ad elettrodo rivestito; molteplici sono anche le normative di riferimento, quali la UNI, la EN, la DIN ed altre ancora; infine, anche le categorie di materiali sui quali compiere le saldature sono le più disparate, potendo includere acciaio al carbonio, acciaio inox e passando per l’alluminio e le sue leghe fino al titanio.
Ciascuna tecnica ha un suo preciso patentino, che attesta la capacità professionale di soddisfare i requisiti di fabbricazione e di pianificazione e garantisce quindi che alle sue spalle c’è un percorso formativo testato e certificato.
Si tenga inoltre presente che, a fronte dei continui progressi della tecnica, il patentino da saldatore ha una durata – limitata nel tempo – di tre anni. A tale scadenza si deve procedere al rinnovo del patentino, una procedura che oltre a verificare la persistenza delle competenze acquisite e la padronanza della tecnica, accerta che l’operatore sia ancora in possesso dei requisiti anche fisici.
Quali possono essere i difetti delle saldature?
Perché una saldatura possa dirsi perfetta, e soprattutto conforme ai reali fabbisogni aziendali ed alle norme, deve essere sprovvista di difetti operativi e di difetti esecutivi.
Se per escludere i primi è sufficiente la perizia dell’operatore, i secondi possono essere causati dai materiali adoperati e dalle tecniche, oltre che dagli strumenti. Un elenco non esaustivo di tali difetti include cricche, porosità, incollature e molti altri; tutti possono essere identificati e rilevati eseguendo test di laboratorio e controlli non distruttivi sui materiali che variano in funzione del tipo di difetto cercato, dei materiali saldati e del processo di saldatura messo in atto.
Sono numerose le aziende che, desiderando una crescita professionale dei propri dipendenti, si prendono cura delle loro qualifiche: avere in organico un saldatore con patentino infatti mette al riparo da rischi legati ad inconvenienti o ritardi di produzione dovuti a rotture.