Ristrutturare casa in bioedilizia

bioedilizia_800x402Se sul Pianeta cresciamo continuamente, sono sempre di più anche le costruzioni necessarie a soddisfare le nostre esigenze abitative.

Questo significa non solo che sottraiamo via via sempre più spazio a zone potenzialmente verdi, ma anche che rischiamo costantemente di innalzare la quota di inquinamento che le nostre case producono… a meno che non si decida di ristrutturare casa in bioedilizia.

Definita anche bioarchitettura, si tratta di una modalità di progettazione e realizzazione di edifici sostenibili, capaci di minimizzare gli effetti nocivi che abitualmente le nostre abitazioni determinano sull’ambiente.

Infatti, a dispetto di quanto crediamo, le case nelle quali viviamo non sono affatto isole felici (e salubri) e l’inquinamento non siamo capaci di chiuderlo fuori dalla porta!

Anzi, la quota di quello domestico può superare di ben 7 volte quello esterno, e ciò che è peggio, trattandosi di “un habitat” nel quale soggiorniamo per lungo tempo, ci espone senza soluzione di continuità ai contaminanti, sottoponendoci concretamente al rischio di contrarre malattie a carico di polmoni, pelle e mucose.

Sostanze, oltre 150, tutte potenzialmente tossiche per l’uomo.

Come il monossido di carbonio e i biossidi di azoto e zolfo prodotti da forni, caldaie e camini.

La formaldeide, frequentemente adoperata per realizzare mobili e complementi di arredo.

Il benzene delle vernici e l’ozono sprigionato dagli impianti di condizionamento e ventilazione.

E ancora le muffe e gli acari, che assai di frequente scatenano allergie e vengono inalati con grande facilità.

I campi elettromagnetici, di cui sono responsabili radio, televisioni, cellulari ed elettrodomestici.

E chi più ne ha più ne metta!

I principi della bioedilizia

Dato per assodato che piante come la gerbera, il crisantemo, il ficus benjamin, la stella di Natale, il tronchetto della felicità, e altre, assorbono fino all’80% delle sostanze nocive domestiche, cominciare col collocarle in casa è un modo per garantirsi aria pulita, grazie al processo della fotosintesi clorofilliana che trasforma l’anidride carbonica in ossigeno (pensa che lo stesso principio viene adoperato oggigiorno per la realizzazione di alcune pitture che liberano molecole, prodotte dalla luce, capaci di convertire gli inquinanti in sali minerali innocui).

Un primo passo quello di sfruttare il verde in casa, ma non certo l’unico…

Se hai la fortuna (o la sfortuna, dipende dai punti di vista!) di doverti impegnare in una ristrutturazione completa e radicale, che comporta anche lo spostamento e ricollocamento degli spazi interni, potresti affidarti alla bioclimatica, che in sostanza adatta gli ambienti al percorso solare, di modo che se ne riescano a sfruttare le quote massime di calore (per irraggiamento) e illuminazione (naturale) -cose assai utili in particolare durante la stagione fredda-, oltre che di ventilazione (disponendo porte e finestre in modo congeniale).

Seguendo questa disciplina, la zona giorno sarà collocata a sud, di modo tale che soggiorno e cucina godano della luce per buona parte della giornata.

Chiaramente questo implica che le aperture della zona in questione vadano schermate con tende, persiane, e altri sistemi utili a creare ombra e fresco durante le stesse ore del giorno, in particolare nel corso della stagione calda, e che si tratti di finestre alte e chiare, di modo da prolungare quanto più possibile il godimento di luce naturale.

La zona notte invece troverà la sua sistemazione più felice a nord-est, di modo da fruire del sole durante le ore mattutine, e assicurare un ambiente relativamente fresco durante il sonno (così come consigliato dagli esperti).

Affinché casa possa definirsi una bio-costruzione è poi necessario che veda adoperati materiali “salubri”: dagli intonaci ai pavimenti, dalle pitture ai tessuti, tutto deve risultare atossico e possibilmente di derivazione naturale (ad esempio, arredi e parquet sarebbero da preferirsi in legno massello).

Tutti gli impianti di una casa a basso impatto

E a questo punto ci si occupa di isolamento, riscaldamento e affrescamento, che sono sempre un cruccio, sia per l’ambiente che per il portafogli, visto che richiedono un investimento niente affatto scarso…

E qui affidare la direzione lavori ad un architetto esperto della tematica è davvero essenziale.

Si parte dalla coibentazione, che punta ad impedire che in inverno il calore accumulato in casa tenda a fuoriuscire, e in estate che entri in eccesso.

Sarà appunto l’esperto a consigliare tra le varie soluzioni quella più adatta al caso specifico, tra:

  • cappotto termico interno, grazie al quale si scongiurano condense, ponti termici, umidità, muffe, e anche di un abbattimento dei rumori se adoperano materiali all’uopo. Da questo punto di vista, è possibile impiegare isolanti naturali (fibre di legno, di lana, etc.), isolanti artificiali (schiume, poliuretano espanso, etc.), isolanti minerali (lana di roccia, pomice, etc.). Quelli naturali sono più costosi dei sintetici, ma poiché questi ultimi sono tossici vengono riservati solo al cappotto esterno o alle intercapedini
  • cappotto termico esterno: si tratta di un intervento, riguardante la facciata dell’edificio, tutt’altro che economico, dal momento che si parla di almeno 20 euro al metro quadro per i materiali meno cari (come detto, quelli sintetici), cui si aggiungono almeno altri 25 al metro quadro per la manodopera, e altri 8-10 (sempre a mq) per il noleggio dell’impalcatura. Se poi si aggiungono anche la fibra di carbonio o il rivestimento al quarzo per proteggere l’edificio da eventuali danni provocati dalla grandine bisognerà preventivare almeno altri 30 euro al metro quadro.

Isolata la costruzione bisognerà pensare poi alle fonti di riscaldamento: meglio optare per quelle reversibili, come il riscaldamento a pavimento, che in inverno gode dell’acqua calda che circola nelle tubazioni sottostanti le piastrelle e in inverno di quella fresca.

E sempre in tema di clima domestico ottimale, non minimizzare la scelta degli infissi, che risulta invece fondamentale.

Al primo posto tra quelli “ecologici” troviamo i prodotti in legno: risorsa naturale, che si rigenera continuamente, e della quale si impiega praticamente tutto, con scarti ridotti al minimo.

Inoltre il legno è un isolante naturale che protegge da freddo, infiltrazioni d’acqua, rumore, e, udite udite, dai danni provocati da un sisma, giacché la flessibilità e la resistenza delle sue fibre minimizzano i crolli, a paragone di cemento e mattoni.
Opta per quelli lavorati artigianalmente, che risparmiano in fase produttiva risorse come energia, acqua, elettricità.

A proposito di risparmio d’acqua: una casa non può dirsi scarsamente impattante sull’ambiente se non prevede di preservare risorse come l’acqua piovana o le acque bianche per riadoperarle per gli usi igienici tipici di una famiglia, ma anche per utilizzare gli elettrodomestici (in primis la lavatrice) e curare orti e giardini.

E se in principio abbiamo affermato che una delle maggiori fonti di inquinamento domestico è quello elettromagnetico, vediamo come difendersene:

  1. spegni e scollega dalla presa gli apparecchi quando non li usi
  2. minimizza la presenza degli elettrodomestici nelle zone della casa dove, francamente, se ne può fare a meno, come la stanza da letto
  3. scegli solo elettrodomestici all’avanguardia: oggigiorno il meglio è la classe a+++
  4. dota la tua casa di lampade fluorescenti, che emettono campi elettromagnetici minori
  5. spegni il modem quando non è in uso, e sempre durante la notte
  6. prevedi un impianto elettrico dotato di prese wireless che non siano esse stesse fonte di emissione (la Biticino è tra le marche alle quali potersi rivolgere)
  7. se puoi, installa un impianto domotico: in questo modo con una semplice app sul cellulare puoi spegnere gli elettrodomestici e disconnettere le prese (a proposito di app e smartphone: se ne sta sperimentando un nuovo tipoin grado di misurare gli inquinanti presenti in casa!).

Il costo della bioedilizia, tra detrazioni e agevolazioni…

Lo abbiamo già accennato a proposito del cappotto esterno: un rifacimento basato sulle regole della bioedilizia, e dunque adoperando l’energia solare, il fotovoltaico, le biomasse, il geotermico, etc., non è affatto economico.

Ma quanto costa?

Difficile a dirsi, perché dipende dalle soluzioni che si decidono di adottare e dall’impresa alla quale ci si rivolge.

Sicuramente però la stima è maggiore che se si adoperassero i metodi tradizionali.

In linea molto generale, si può affermare che i prezzi oscillano tra 1200 e 2000 € al mq se si costruisce ex-novo, e tra 1100 e 1800 se si opta per case prefabbricate in bioedilizia.

Tuttavia, fino alla fine dell’anno, la legge permette di accedere ad una serie di agevolazioni.

Ad esempio, interventi sul cappotto termico rientrano nell’Ecobonus che prevede detrazioni Irpef del 65% per le abitazioni private, che arriva al 75% in caso di alberghi e condomini, a patto però che si tratti, in entrambi i casi, di immobili già esistenti.

Per ulteriori informazioni vi suggeriamo di consultare il sito specializzato costo-ristrutturazione-casa.it , uno dei più esaurienti sull’argomento ristrutturazione.