Spazzolare e usare il filo interdentale sono modi quotidiani per mantenere i denti luminosi, bianchi e sani. Tuttavia, l’effetto del tabacco, del caffè, del the o di alcuni farmaci, può causarne l’ingiallimento. Se ti sembra che il tuo sorriso manchi di brillantezza, puoi ricorrere allo sbiancamento dentale presso lo studio di un professionista. In ogni caso per avere informazioni più precise ecco di seguito delle indicazioni fornite direttamente da professionisti del settore, ovvero il Centro Odontoiatrico Grimaldi a Bologna.
In cosa consiste lo sbiancamento dentale?
Lo sbiancamento dentale è una procedura medica che prevede lo sbiancamento dei denti tramite l’utilizzo di sostanze chimiche. L’effetto finale dipende dal colore di partenza: può non rendere i denti bianchi brillanti, ma è in grado di schiarire il colore esistente di diverse sfumature.
Trattandosi di un trattamento odontoiatrico deve essere eseguito solo da un dentista o da un altro professionista dentale regolamentato, come un igienista dentale o un terapista dentale, su prescrizione di un dentista.
Come avviene lo sbiancamento dal dentista?
Un trattamento sbiancante professionale prevede in genere l’isolamento dei tessuti molli con una barriera fotopolimerizzabile a base di resina, l’applicazione di un gel sbiancante professionale al perossido di idrogeno e l’esposizione ad una fonte di luce per diversi minuti.
Prima del trattamento, il medico esamina la storia di salute dentale del paziente (comprese allergie e sensibilità), osserva i tessuti duri e molli e può richiedere una radiografia per determinare la natura e la profondità di possibili irregolarità.
Le procedure di sbiancamento in studio generalmente utilizzano uno strato protettivo fotopolimerizzabile che viene accuratamente distribuito sulle gengive e sulla papilla gengivale per ridurre il rischio di ustioni chimiche ai tessuti molli.
Si passa poi all’applicazione del gel sbiancante a base di perossido di carbammide, che in bocca forma il perossido di idrogeno. Il gel sbiancante deve prevedere una concentrazione di perossido di idrogeno del 25-38%.
Il processo di sbiancamento può essere accelerato dall’utilizzo di una luce alogena, LED o al plasma, che stimola le molecole di perossido senza surriscaldare la polpa del dente. Le luci utilizzate fanno parte dello spettro della luce blu poiché è stato riscontrato che questo contiene le lunghezze d’onda più efficaci per avviare la reazione del perossido di idrogeno. L’esposizione alla luce ha una durata di circa 6-15 minuti.
Alcune persone che usano sbiancanti per denti possono provare sensibilità ai denti. Ciò accade quando il perossido nello sbiancante attraversa lo smalto fino allo strato morbido di dentina e irrita il nervo del dente. Nella maggior parte dei casi la sensibilità è temporanea.
Lo sbiancamento dei denti non è permanente. Può durare da pochi mesi a un massimo di 3 anni – varia da persona a persona. Gli effetti dello sbiancamento possono variare a seconda dello stile di vita del paziente. Il consumo di cibi o bevande che macchiano i denti che hanno un colore forte può compromettere l’efficacia del trattamento.
Lo sbiancamento non funziona su protesi, corone, otturazioni o faccette e non sarà possibile ottenere dei denti bianchissimi su una base di partenza marrone o grigio. Inoltre non sarà efficace se lo scolorimento dei denti è causato da farmaci o da una lesione ai denti. In questo caso si consiglia il ricorso alle faccette dentali.