Che cos’è la meningite
La meningite è una patologia che interessa le membrane che avvolgono meningi, midollo spinale e cervello, causandone l’infiammazione. I microrganismi responsabili di questa malattia possono essere di tipo virale o batterico.
La forma più comune di meningite è proprio la prima, che tuttavia non comporta gravi conseguenze e tende a risolversi autonomamente in una decina di giorni. La meningite batterica, invece, può portare addirittura ad esiti fatali.
Tra questi, il più temibile, è proprio quest’ultimo, diretto responsabile della meningite fulminante.
Uno dei casi più conosciuti in Italia è quello della atleta paralimpica Beatrice Vio detta “Bebe” che è stata tremendamente colpita dalla forma fulminante della malattia e che è diventata un esempio per tutti per la sua capacità di reagire e per la sua vitalità.
Le conseguenze (gravi) per chi contrae la malattia possono essere:
- Danni al sistema neurologico;
- Perdita di udito, vista o della capacità di comunicazione;
- Problematiche di apprendimento e/o di comunicazione;
- Amputazioni;
- Paralisi;
- Danni all’apparato renale e surrenale;
- Disturbi del comportamento;
- Morte.
Le cause della malattia
- Cause batteriche: paradossalmente la più rara e casuale ma anche la più pericolosa. Si può contrarre dai batteri emofilo, meningococco e pneumococco. La sua incubazione va dai 2 ai 10 gg.
- Cause virali: sono quelle più comuni, e di solito non provoca gravi conseguenze. I virus che fanno decantare la malattia sono gli enterovirus e gli herpesvirus.
- Cause funginee: nella maggior parte dei casi si viene a manifestare in soggetti che hanno il sistema immunitario compromesso ed ha spesso conseguenze fatali.
La trasmissione tra soggetti può avvenire attraverso lo scambio di fluidi: colpi di tosse, starnuti e saliva.
Chi è a rischio
- I neonati e i bambini sotto i 5 anni;
- I giovani e gli adolescenti;
- Gli anziani e le persone con sistema immunitario indebolito e/o con infezioni in corso alle vie aeree;
- Persone che viaggiano in zone a rischio e che lavorano in luoghi molto affollati;
- I fumatori;
Ovviamente per coloro che hanno avuto diretto contatto con un soggetto colpito dalla patologia è prevista una profilassi specifica per evitarne la diffusione.
Quanti vaccini esistono
Oggi giorno il vaccino è l’unico mezzo di prevenzione efficace contro questa malattia. Sono disponibili tre varianti di vaccini: uno contro la meningite di tipo B, uno contro quella di tipo C ed uno tetravalente (il suo nome è Mcv4) anti-meningococco W135, Y, A e C. Nessuno di essi contiene il batterio in forma attiva, quindi è da escludere che si verifichino casi di meningite da vaccino.
Recenti studi dimostrano che la loro efficacia è compresa tra il 93 ed il 98%, dati che, tenuta presente la gravità delle conseguenza di questa malattia, sottolineano l’importanza di sottoporre i bimbi alla vaccinazione. Sono infatti i più piccoli ad essere considerati i soggetti più a rischio. Superata l’età del periodo adolescenziale le percentuali calano drasticamente.
Come programmare il calendario vaccinale
Poichè la meningite è una malattia che colpisce principalmente i bambini piccoli sarebbe utile che venissero vaccinati già da neonati. Nelle varie strutture delle Asl per questioni organizzative tendono a proporre l’anti-meningococco B all’incirca al terzo mese di vita dei nuovi nati mentre il tetravalente viene proposto al tredicesimo mese.
Teniamo presente che questo tipo di vaccinazione può essere anche somministrata agli individui adulti comprese le donne in gravidanza.
Vaccinare si o no?
Va specificato che questo tipo di vaccinazione non è obbligatoria, ma è fortemente consigliata al fine di aumentare una barriera di protezione nei confronti di una malattia abbastanza rara ma davvero spietata.
In linea generale è possibile affermare che i vaccini contro la meningite sono ben tollerati dall’organismo. Come per qualsiasi altra vaccinazione, anche queste possono dar luogo ad effetti collaterali passeggeri.
La copertura è stimata in almeno 5 anni dalla data di somministrazione.
Le controindicazioni più comuni sono: leggero dolore e rossore nel punto dell’iniezione, gonfiore. Questi tipi di disturbi si risolvono, massimo, entro un paio di giorni ma talvolta può insorgere anche la febbre (specie nei casi di vaccino anti meningococco B), mal di testa, sonnolenza, malessere generale e nausea.
Solamente nei casi più rari si sono verificate reazioni allergiche, sino ad arrivare allo shock anafilattico.