Le procedure di bonifica dell’amianto

Nel corso di una ristrutturazione di una casa del XX secolo, accade sovente di imbattersi in larghe quantità di amianto, localizzato solitamente nelle coperture (tetti) o nelle tubature.

La gestione di questo materiale assume un’importanza fondamentale per gli abitanti dell’immobile in quanto l’amianto è fonte di gravissimi rischi per la salute dell’uomo.

Nei paragrafi che seguono, dopo una breve descrizione dell’amianto e dei rischi ad esso connessi, verranno descritte le possibili tipologie di bonifica e le procedure da seguire.

L’amianto e la sua tossicità

L’amianto (noto comunemente ed erroneamente anche come Eternit, dal nome di un marchio di grande fama) è un materiale isolante che ha conosciuto una significativa diffusione nel secolo scorso, grazie soprattutto alla sua resistenza al calore: per questo motivo veniva impiegato nell’industria tessile per indumenti e per tessuti da arredamento

Già a partire dagli anni ‘70, tuttavia, ne furono scoperte la pericolosità in quelle situazioni in cui esso si sbricioli o si danneggi, rilasciando così fibre estremamente nocive per l’uomo in quanto provocano gravi danni all’apparato respiratorio.

Nonostante ciò, l’utilizzo di questo materiale è rimasto legale in Italia fino al 1992, anno in cui fu vietato in tutta Europa.

La gestione dell’amianto presente in un fabbricato

Nel caso in cui venga rilevata la presenza di amianto nella struttura di un immobile occorre procedere immediatamente alla bonifica del materiale e alla messa in sicurezza del fabbricato.

Ciò può avvenire tramite la rimozione del materiale, obbligatoria nei casi in cui questo sia già danneggiato o rischi di sbriciolarsi, oppure, se il manufatto risulta integro, procedendo a isolare l’amianto presente.

In particolare, qualora si sia optato per l’isolamento, sulla base delle caratteristiche del manufatto in amianto (collocazione, forma, dimensione), è possibile scegliere tra due diverse soluzioni di intervento:

  • l’incapsulamento;
  • il confinamento.

È bene precisare come, qualunque sia l’intervento messo in atto, risulti assolutamente vietata l’esecuzione in proprio o “fai da te” dei lavori: in ogni caso, è necessario rivolgersi ad aziende specializzate, iscritte all’Albo Gestori Ambientali nelle apposite categorie, che operino nel rispetto delle normative vigenti, come ad esempio in Lombardia, la MBA Ambiente Milano.

Rimozione dell’amianto

Il procedimento più comune, che elimina in toto le problematiche connesse con la presenza di materiale nocivo, ne prevede la rimozione completa.

Questa tipologia di intervento, da un lato, bonifica completamente l’immobile e non richiede manutenzione o controlli successivi; dall’altro, espone i lavoratori al rischio di intossicazione e può quindi essere effettuato solo da aziende specializzate, come sopra accennato.

Il procedimento comporta inoltre la produzione di rifiuti nocivi che devono essere smaltiti secondo le procedure di legge.

Incapsulamento del manufatto

Qualora le condizioni lo permettano, o comunque nel caso in cui non sia possibile (o conveniente) isolare l’intero ambiente in cui si trova l’amianto, si può procedere con la tecnica dell’incapsulamento del manufatto.

Questa prevede che l’oggetto composto di amianto venga trattato con prodotti chimici specificamente predisposti i quali, una volta applicati sulla superficie esterna, solidificano fino a costituire un rivestimento (una pellicola) che avvolge l’intero oggetto, di fatto, isolando direttamente il materiale pericoloso.

In considerazione del fatto che, con questa tipologia di intervento, il manufatto in amianto rimane in una porzione dell’immobile abitata, è importante utilizzare materiali di comprovata qualità e che resistano all’usura del tempo, per garantire il blocco delle fibre nocive; deve inoltre essere previsto un programma di controllo e di manutenzione della pellicola protettiva.

Confinamento del manufatto

In alternativa, se la collocazione dell’amianto lo consente, è possibile procedere al confinamento del manufatto, sigillando l’ambiente in cui si trova e isolandolo del resto dell’immobile.

In questo caso, l’intervento consiste nella costruzione di una vera e propria barriera (ad esempio, una parete) che inibisca l’accesso al locale in cui è situato l’amianto e mantenga all’interno di esso eventuali fibre rilasciate dal manufatto.

Procedure amministrative

Gli interventi di bonifica dell’amianto devono essere effettuati rispettando scrupolosamente le prescrizioni sancite dalle AUSL territoriali.

Per prima cosa, come già sottolineato più volte, tali attività possono essere svolte soltanto da imprese qualificate che risultino iscritte all’apposito Albo Gestori Ambientali.

L’impresa esecutrice, almeno 30 giorni prima dell’inizio previsto per i lavori, deve inviare segnalazione al competente ufficio dell’AUSL, in cui comunica il luogo dell’intervento ed il piano dei lavori.

Se in questo periodo non vengono richieste integrazioni o non vengono sollevate problematiche, è possibile procedere con i lavori di bonifica, al termine dei quali l’impresa contatta l’ufficio per il trasporto dei materiali all’impianto di smaltimento (in caso di rimozione dell’amianto).