Crema per emorroidi esterne: come utilizzarla

Emergenza emorroidi esterne dolorose e infiammate: come comportarsi per trovare sollievo dal dolore? Se quando ci sediamo avvertiamo come tante punture di spine, significa che le emorroidi ci stanno dando qualche problema. Le emorroidi esterne sintomatiche possono dare parecchio fastidio, ed è utile sapere come intervenire prontamente.

Per quale ragione le emorroidi esterne possono infiammarsi?

Nel nostro linguaggio comune, lamentandoci delle “emorroidi” ci riferiamo, in realtà, alla patologia o malattia emorroidaria. Infatti, “avere/soffrire di emorroidi” è una espressione impropria (anche se rende bene l’idea…) perché le emorroidi (o cuscinetti/gavoccioli) sono normalmente presenti nel canale ano- rettale di ogni persona.

La funzione dei gavoccioli è importante: infatti, essi “aiutano” lo sfintere anale nella continenza di gas e feci e collaborano a una corretta evacuazione. Le emorroidi sono cuscinetti di morbido tessuto spugnoso, facenti parte del plesso venoso del distretto ano- rettale.

Questi cuscinetti possono gonfiarsi e sgonfiarsi attraverso il flusso sanguigno al loro interno: sono strutture fortemente vascolarizzate.

Quando i gavoccioli emorroidari subiscono alterazioni e si infiammano, possono aumentare di dimensioni e protrudere fuori dall’ano (prolasso), determinando i sintomi che caratterizzano la patologia tipica.

Caratteristiche delle emorroidi esterne

 

La prerogativa delle emorroidi esterne è data dalla loro evidenza a un primo sguardo. I gavoccioli esterni si presentano come piccoli rigonfiamenti di tessuto spugnoso, morbidi al tocco, di colore rosso con sottili venature blu. Sono fortemente irrorate di vasi sanguigni e innervate, dalla notevole sensibilità al dolore.

Da un punto di vista anatomico, i cuscinetti esterni emorroidari sono localizzati ai margini dell’ano (orifizio anale), dunque in una posizione inferiore rispetto alla linea pettinea o linea dentata (ossia la linea immaginaria che separa in due parti diverse il canale anale, in relazione alla mucosa di cui è rivestito).

 

Come gestire i sintomi dolorosi in fase acuta?

Durante la fase acuta, si può agire localmente per attenuare i sintomi, utilizzando, ad esempio, Proctosoll Crema Rettale, un prodotto con medicinali, per migliorare la sintomatologia agendo su tutti i sintomi della patologia riducendo dolore, prurito, edema e infiammazione.

Per un corretto utilizzo, è sufficiente applicare una moderata quantità di crema sulla zona ano- rettale infiammata, tramite l’applicatore apposito, per agire in fretta sui sintomi e ridurre il disagio nel breve periodo. Nelle situazioni acute, soprattutto dopo l’evacuazione, è possibile utilizzare il prodotto 2-3 volte al giorno.

 

Perché le emorroidi possono diventare sintomatiche?

La patologia che riguarda le emorroidi è una delle più diffuse manifestazioni di problemi al microcircolo: in particolare, si tratta di una insufficienza venosa a detrimento dei vasi sanguigni delle emorroidi, cioè del plesso emorroidario. Come vedremo a breve, sono molti i fattori che possono causare un rallentamento della circolazione, con ristagno del sangue venoso nei cuscinetti.

In particolare, attenzione ad almeno tre situazioni:

  • Situazione in cui i gavoccioli emorroidari (i quali, ripetiamo, sono vascolarizzati, ossia fortemente irrorati di vasi sanguigni) aumentano di volume, infiammandosi e diventando sintomatici.
  • Quando i gavoccioli sono congesti, si rompono (ciò accade soprattutto durante l’evacuazione) e possono sanguinare leggermente;
  • Quando all’interno dei cuscinetti emorroidari si crea un trombo (vale a dire un coagulo di sangue) che provoca dolore.

Lo scarso deflusso di sangue dai piccoli ai grandi vasi sanguigni determina una stagnazione venosa nei cuscinetti, con una conseguente loro dilatazione e comparsa dei sintomi.

Alcuni suggerimenti utili a contrastare le fasi acute e

prevenire la comparsa del problema

Le raccomandazioni di salute in caso di patologia delle emorroidi sono di carattere pratico: soprattutto nei casi più leggeri, il trattamento e l’approccio non prevedono interventi chirurgici e hanno lo scopo di attenuare il disagio.

ACQUA TIEPIDA PER ALLENTARE LA CONGESTIONE

Tra i suggerimenti e rimedi di benessere, è possibile riempire il bidet con acqua tiepida. Immergiamo l’intera zona ano- rettale infiammata, e rimaniamo “in ammollo” per una decina di minuti. L’effetto dell’acqua tiepida contribuisce a ridurre la pressione sulle vene del retto, allentando il gonfiore e il dolore, e promuovendo il ritorno venoso.

Al contrario, attenzione a non usare ghiaccio o acqua fredda, come istintivamente faremmo: infatti, il freddo è solo momentaneamente anestetico, e il sollievo è temporaneo. Le basse temperature hanno un effetto vasocostrittore, e provocano un restringimento dei vasi emorroidari. In questa situazione, il dolore potrebbe diventare ancora più acuto!

REGOLARIZZIAMO LA NOSTRA ALIMENTAZIONE

Il problema emorroidario potrebbe essere una valida occasione per “dare una sistemata” al proprio regime alimentare irregolare. Niente cibo – spazzatura, troppe fritture, troppi cibi salati e prodotti industriali. Soprattutto se le emorroidi che lamentiamo sono provocate dalla stipsi, sarà buona norma fare il pieno di fibre alimentari (verdure fresche, frutta stagionale, cereali integrali) e bere acqua, per rendere morbido e facilmente eliminabile il materiale fecale, per una evacuazione meno difficoltosa e dolorosa.

CORREGGIAMO ALCUNE CATTIVE CONSUETUDINI

Oltre alla dieta, anche alcuni consigli sullo stile di vita possono essere utili per prevenire la comparsa del disturbo. Ricordiamo di non stare troppo seduti, ma di alzarci e fare due passi di tanto in tanto, per attivare la circolazione e alleggerire la pressione sulle vene rettali. Una passeggiata quotidiana di circa 20 o 30 minuti è sempre una valida idea. Anche nuotare può contribuire a favorire il microcircolo e il transito intestinale, contrastando l’insorgenza della stitichezza. Inoltre, rinunciamo alle… sedute interminabili sul wc, lasciando trascorrere troppo tempo e trattenendo o rimandando lo stimolo a evacuare, che va sempre assecondato.