L’inquinamento del petrolio, ecco come attacca le nostre acque 

Spesso nei telegiornali si sente parlare dell’inquinamento causato dal petrolio nei giorni d’oggi, ma questi danni sono stati causati probabilmente ancora prima che tu nascessi continuando a recare danni irreparabili al nostro ambiente.

I mari e gli oceani oggi sono una vera e propria calamita per ogni tipo di rifiuto e di sostanza chimica.

Quando il petrolio fuori esce dalle petrolifere crea gravissimi danni all’ambiente terrestre, formando una pellicola imperlabile che l’ossigeno non riesce a superare, soffocando così ogni vita, successivamente quando si posiziona sul fondale, i danni che causa sono ancora peggiori, in quanto crea  un effetto terribile sugli organismi che si trovano li.

I disastri recati dalle petrolifere

Nel corso degli anni gli incidenti sono stati parecchi, ma andremo a vedere meglio quello che è successo solo in quelli più recenti, vediamo.

2002, Spagna.

13 novembre del 2002, si dice che la causa che fece affondare la petroliera Prestige fu proprio un tronco galleggiante. Si decise di intervenire spostando la nave il più lontano possibile dalla costa. Il capitano venne successivamente arrestato per aver fermato le operazioni di salvataggio e tutto il petrolio andò a depositarsi sulle coste della Galizia, causando il più grande disastro ambientale europeo.

2010, Golfo del Messico.

Inizia tutto il 20 aprile del 2010 quando durante  l’esplosione della petrolifera Deepwater Horizon,  rimasero uccise 11 persone. La situazione era stata parecchio sottovalutata, perché si pensava che le valvole di sicurezza avrebbero retto, ma quando la piattaforma inizio a ribaltarsi il danno era ormai fatto. Il liquido iniziò a riversarsi nell’oceano, formando una grande macchia nera. Si cercò di arginare la situazione con scarsi risultati ma grazie una tempesta tropicale la macchia nera  viene quasi del tutto dissolta. Dopo 106 giorni la perdita venne chiusa del tutto.

2011, nuova Zelanda.

Per una manovra sbagliata la portacontainer Rena rimane incastrata nella scogliera di Astrolabe, l’incidente è considerato il peggior disastro ambientale in Nuova Zelanda, il comandante venne incriminato per aver provocato l’incidente con una manovra sbagliata, facendo ricadere nell’oceano materiali inquinanti come il petrolio, olio combustibile e gasolio marino.

Questi sono solo alcuni dei disastri ambientali che sono stati provocati da noi esseri umani, la situazione continua a sfuggirci di mano e recare continui problemi al nostro pianeta e a chi ci vive.

Danni del petrolio, uccelli marini in pericolo

Una delle università del Canada ha provato a dimostrare come anche piccole perdite di petrolio possono avere conseguenze gravi sull’ambiente.

I ricercatori hanno iniziato ad osservare il comportamento di una specie di uccelli, scolopacidi occidentali, incuriositi dal fatto che erano notevolmente diminuiti.

Hanno preso due gruppi di questi uccelli, il primo gruppo è stato sporcato lievemente di petrolio, mentre il secondo no.

Hanno notato che questi poveri uccelli sporchi di petrolio facevano più fatica a volare rispetto agli altri, le zone sporcate erano state le ali e le code, quindi immaginiamo cosa succederebbe se venissero intrisi tutti quanti di petrolio, probabilmente non riuscirebbero a fare più nulla.

Anche con piccole quantità di petrolio su questi poveri animali potrebbe portare una causa ancora maggiore: proprio così, facendo fatica a volare il tempo che ci mettono ad arrivare in Alaska dal Golfo del Messico aumenta, portando un ritardo delle migrazioni e questo significherebbe minor tempo per deporre le loro uova, diminuendo così la riproduzione della specie.

La contaminazione dell’acqua e inquinamento da petrolio quindi sono molto dannosi non solo per l’ambiente ma anche per chi è costretto a conviverci come questi poveri animali.

Andando avanti cosi finiremo per uccidere tutte le specie e alla fine finiremo per estinguerci anche noi.