Integratori alimentari: come produrli e venderli per fare business

Salute e benessere sono tematiche sempre più diffuse all’interno della società odierna. Vi è una spiccata attenzione verso uno stile di vita quanto più sano possibile. Motivi per i quali il mercato degli integratori alimentari si sta espandendo a vista d’occhio. Crescono le vendite, così come i consumi. È quanto provato anche dai dati forniti dal centro studi FederSalus. Monitorando un campione di 87 aziende operanti nel settore, già nel 2018 l’utilizzo degli integratori interessava 32 milioni di italiani, pari al 65% della popolazione adulta. Percentuale che ha subito un forte incremento negli ultimi mesi, se si pensa che, proprio a seguito della pandemia causata dal Covid-19, in molti hanno acquistato, ad esempio, prodotti nutraceutici con l’intento di mantenere in buono stato il proprio organismo, aumentando le difese immunitarie.

Sono parecchie le aziende che producono e vendono integratori alimentari. Come tener testa alla concorrenza, dunque? Come posizionarsi all’interno di un mercato che non è fatto più solo di negozi fisici, ma punta anche sugli e-commerce? Prima di gettarsi a capofitto in questo settore, è necessario analizzare il concetto di integratore alimentare, indagandolo in tutte le sue sfaccettature.

  • Che cosa sono gli integratori alimentari

Nel contesto della legislazione alimentare attuale (Direttiva 2002/46/CE, attuata con il decreto legislativo 21 maggio 2004, n. 169), si configurano come “fonti concentrate” di nutrienti o altre sostanze ad effetto nutritivo o fisiologico. Il loro compito è quello di favorire la normalità delle funzioni dell’organismo, o di ridurre i fattori di rischio di una malattia. Pertanto, non hanno finalità terapeutiche: quest’ultima, infatti, è una prerogativa esclusiva dei medicinali.

Affinché una sostanza possa essere utilizzata come integratore alimentare, è fondamentale che abbia fatto registrare in ambito UE un precedente consumo come prova di sicurezza. Qualora, invece, si trattasse di una sostanza non ancora verificata, intesa come nuovo ingrediente o nuovo prodotto alimentare ai sensi del Regolamento (CE) 258/97, prima di impiegarla anche solo nell’ambito degli integratori, è necessario richiedere un’autorizzazione preventiva a livello europeo.

  • A cosa servono

In linea di massima, vengono utilizzati come supporto all’alimentazione nel caso in cui si sia riscontrata una carenza di sostanze nutrienti, per ridotto apporto o per aumentato fabbisogno. Più nello specifico, possono fungere da coadiuvanti di diete (come per quelle ipocaloriche o vegane e vegetariane), o servono per incentivare le funzionalità dell’organismo se sottoposto a stress superiori alla norma (integratori per lo sport, per la memoria, ecc.). Gli ingredienti più usuali che possono essere inclusi nella composizione di integratori alimentari sono: vitamine, minerali, aminoacidi, acidi grassi, prebiotici e probiotici, erbe e altri estratti naturali, e sostanze attive come flavonoidi, enzimi, fitosteroli, fosfolipidi. Si trovano in commercio sottoforma di capsule, compresse, bustine o flaconcini.

Ma chi può venderli? Innanzitutto, l’immissione sul mercato di integratori è subordinata alla procedura di notifica dell’etichetta al Ministero della Salute. In caso di esito positivo, i prodotti vengono inseriti all’interno di un apposito elenco con un codice specifico, i cui estremi possono essere riportati nella stessa etichetta. Non solo. I supplementi alimentari, nonchè le formule con aggiunta di micronutrienti essenziali, in quanto alimenti, possono essere messi in commercio solamente dagli operatori del settore alimentare (OSA). È necessario, però, che questi soddisfino i requisiti per gli stabilimenti di produzione e confezionamento. Hanno, inoltre, l’obbligo di registrare, ai sensi del Regolamento (CE) 852/2004, ogni struttura controllata, addetta alle fasi di sviluppo, deposito, distribuzione e importazione di alimenti.

  • Come produrre integratori alimentari

A questo punto, risulta doveroso capire  l’iter da seguire se si vuole creare una propria linea di integratori. A meno che non si desideri aprire uno stabilimento di produzione vero e proprio, ci si può affidare ad aziende produttrici di supplementi dietetici ed erboristici conto terzi.

La prima fase, però, non è delle più semplici, poiché prevede un iter burocratico lungo e complesso. Una ditta ancora agli inizi, infatti, deve vedersela, in prima istanza, con la scelta del nome e la creazione grafica del marchio. Seguono la registrazione all’ufficio marchi e brevetti locale (anche se non obbligatoria), l’elaborazione della formulazione, e la veste grafica definitiva dell’etichetta da commercializzare. Serve, poi, che un consulente specializzato effettui un controllo sull’etichettatura (secondo le linee guida del Ministero della Salute riguardanti dosaggi e ingredienti).

Infine, bisogna attende la notifica ministeriale, senza la quale non si può procedere con la vendita degli integratori. Per ciò che concerne le basi economiche da cui partire, non sempre è necessario investire cifre folli sin da subito per produrre la propria linea di prodotti. Anche una startup può creare un marchio di integratori avvalendosi dei servizi proposti da aziende tipo Biosalts srl, realtà che consentono la produzione di piccoli lotti a prezzi comunque competitivi.

Se si intende aprire un negozio su strada, sia che si tratti di venditori al dettaglio che di grossisti, è indispensabile avviare una partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate; dichiarare al comune l’inizio dell’attività; acquisire il diploma HACCP (di solito è il titolare) o nominare un preposto; e attendere la visita dell’ASL di competenza.

Controllo che, invece, non è previsto qualora si decida di creare un e-commerce, senza disporre di una sede fisica.

  • Come avere successo vendendo integratori alimentari online

Solitamente gli utenti tendono a confrontare i prodotti prima di acquistarli. Per essere scelti, pertanto, proponete loro un website accattivante, nella grafica e nelle funzioni, che ponga in rilievo la qualità degli integratori e la serietà dell’azienda, e renda piacevole l’user experience. Mettete a disposizione dei clienti sistemi di pagamento semplici (carta di credito, Paypal, all’occorrenza anche contrassegno), creando un account commerciale che vi consenta di ricevere gli importi dovuti. E rendete chiara la policy relativa a resi e rimborsi.

Promuovere il proprio e-commerce è lo step successivo. Dopo aver individuato la propria mission di vendita e il target del pubblico al quale ci si rivolge, serve mettere in pratica le strategie di marketing utili a fidelizzare i clienti già acquisiti e attirarne dei nuovi. Annunci pay-per-click (Google Adwords), social media marketing,  posizionamento sui motori di ricerca, content marketing ed e-mail marketing: sono solo alcune delle strade da percorrere. È consigliato mettere in evidenza sconti, mostrare video esplicativi, godere di un centro assistenza (anche in Live Chat) disponibile a chiarire i dubbi dei clienti e dar loro la possibilità di lasciare recensioni che, se positive, servono a conquistare la fiducia di chi atterra sul sito per la prima volta.

Durante il lockdown a causa dell’emergenza Coronavirus, si è diffusa ampiamente la tendenza ad acquistare online. Un’abitudine che sembra essersi consolidata, soprattutto tra i millennials. Ecco perché dedicarsi alla vendita degli integratori alimentari su Internet sta diventando allettante per i più.