Quando si decide di visitare il grazioso centro storico siracusano di Ortigia, (l’Ottiggia, come amano chiamarla qui in dialetto e significa quaglia), la cosa migliore sarebbe di procedere senza meta, a piedi, e di perdersi tra le sue viuzze antiche, in modo da assaporare i suoi angoli nascosti, resi romantici dalla costante presenza dello stile barocco siciliano.
All’’isolotto, che si estende per circa 1 kmq, si affaccia sul mare e che un tempo era separato dal resto della città, si accede tramite un ponte.
Ortigia ancora oggi è il vero cuore di Siracusa, come lo è stata sin dall’età del bronzo: lo dimostrano i resti delle capanne circolari risalenti al XIV secolo a.C. della cultura di Thapsos e lo testimonia il fatto che, durante l’ellenismo, fu il centro religioso e politico cittadino.
Al centro del quartiere fu edificata una via sacra che tutt’oggi la percorre, pullulante di templi, statue e dell’importante Duomo.
Mentre si cammina, ci si rende subito conto di quanta storia e arte siano qui racchiuse.
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Cenni storici su Ortigia
Ortigia è stata testimone dell’edificazione di alte mura volute dal tiranno Dionisio I, entro le quali fu costruito il Palazzo dei Tiranni. Per garantire la sicurezza, una frazione di questa dimora, che formava un isolotto, fu separata dalla restante parte del palazzo da un canale con ponte levatoio. La dimora dei tiranni fu distrutta da Timoleonte, il benevolo comandante corinzio e futuro sovrano di Siracusa, per poi essere ricostruita successivamente, in forme più sfarzose, da Agatocle.
La stessa Ortigia conobbe alte mura, le quali si estesero fino al monte Epipoli, vicino al Castello Eurialo e che la cinsero per lungo tempo.
Nel corso dei secoli, dopo le grandi guerre e soprattutto in seguito alla fine dell’Impero Romano, Ortigia divenne un centro mondano essenziale: la popolazione siracusana ormai decimata si concentrò in gran parte in questo quartiere, il quale divenne poi la Capitale dell’Impero Romano d’Oriente e dimora dell’Imperatore Costante II.
Durante i successivi attacchi arabi, nell’878 d.C., la cittadina fu prima ridotta allo stremo e poi conquistata, diventando parte del Regno di Sicilia musulmano.
Con l’avvento degli Spagnoli, Ortigia venne trasformata, diventando il simbolo dello stile barocco siciliano. Ebbe il ruolo di centro commerciale e Federico III d’Aragona vi edificò la Camera Reginale, donandola alla moglie Eleonora d’Angiò; dopo di allora passò di regina in regina, fino a quando, nel 1536, Carlo V la abolì.
Al sorgere dell’impero spagnolo Ortigia divenne la roccaforte principale in difesa dai turchi e dagli austriaci, determinando un periodo di scontri e criticità per i suoi abitanti, che iniziò nel seicento e proseguì fino all’ottocento.
Con il trattato di Utrecht la Spagna rinunciò alla Sicilia, la quale passo nelle mani degli Asburgo, poi dei piemontesi, tornando in quelle dei Borbone e infine, fu unificata al Regno di Napoli. Nel 1861, con l’Unità d’Italia, i Savoia raggiunsero l’isola, stavolta da monarchi.
Cosa vedere nel centro storico di Ortigia
Ortigia è collegata al resto di Siracusa dal bel Ponte Umbertino: dopo averlo attraversato, nella parte meridionale potrete ammirare la Fonte Aretusa, uno dei simboli della città, che narra una bellissima leggenda sulla ninfa Aretusa. Per sfuggire ad Alfeo, pazzo d’amore per lei, la ninfa chiese aiuto alla dea Artemide, la quale, per salvarla, decise di trasformarla in una fonte: potrete fermarvi e scoprirla.
Tutta la zona è caratterizzata dalla presenza di sorgenti e per questo motivo le varie popolazioni hanno deciso di stabilirsi qui.
Proseguendo si incontrano tanti palazzi in stile barocco ed edifici sacri; andando avanti, all’estremità dell’isola, è possibile ammirare il possente Castello Maniace. Costruito a metà del XIII secolo, nei secoli è stato sfruttato come alloggio e come compagine difensiva. La struttura oggi è quasi integra, se si fa eccezione delle quattro torri che sono state danneggiate durante i secoli.
Mentre passeggerete, giungerete a Piazza Duomo, dove noterete la pavimentazione in pietra bianca quasi accecante soprattutto durante le giornate soleggiate: è costellata di bei palazzi eleganti e qui si trova anche la cattedrale.
Il Duomo cittadino, originario del V secolo a.C., è sorto come tempio dedicato alla Dea Atena per essere poi modificato in basilica cristiana. La facciata ha subito pesanti danni durante il terremoto del 1693, per questo motivo è stata poi ricostruita in uno spettacolare stile barocco. Appena accederete, noterete però le colonne doriche della navata, le quali testimoniano l’essenza pagana dell’originario Tempio di Atena.
Di fronte ad esso si trova la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, caratterizzata da una bella balconata in ferro e dentro la quale è custodito un pregiato quadro di Caravaggio: il “Seppellimento di Santa Lucia”.
A nord dell’isola è possibile contemplare il Tempio di Apollo, il più antico di tutta la Sicilia: sorto nel VI a.C., nel tempo ha subito molte trasformazioni, diventando, in ordine: tempio, chiesa, moschea e persino caserma con gli aragonesi.
Oltre che per la presenza costante dell’arte, Ortigia è nota anche per le spiagge bianche e il mare azzurro, che la rendono un luogo adatto a tutti.