Qual è il periodo migliore per tinteggiare l’esterno di casa

Quando si vive in case indipendenti è possibile rinteggiare e pitturare le pareti della casa (sia l’interno che l’esterno), anche perché è la prima cosa l’occhio vede, quindi un esterno curato è un bel biglietto da visita. Come ben saprai, non tutti i periodi sono ideali per imbiancare, specialmente all’esterno. In questo articolo vedremo quali sono le condizioni ideali per pitturare i muri esterni.

Quando tinteggiare l’esterno

Se per le pareti interne non esistono periodi particolari, per l’esterno è differente.

Due sono le stagioni da prendere in considerazione: primavera e autunno. Il motivo per cui scegliere questi due periodi è semplice: il tasso di umidità è più basso le condizioni climatiche sono abbastanza stabili e la temperatura è ottimale, visto che non ci sono caldi africani tipici dell’estate o il termometro non scende sotto i cinque gradi, come invece succede d’inverno.

È importante controllare la temperatura: non devono esserci sensibili escursioni termiche durante il tempo di posa, perché potrebbero impedire che la vernice aderisca bene alle pareti, dando origine a difetti estetici come bolle, crepe, discromie.

Inoltre il sole, nemico principale dei colori, tende a modificare l’intensità dei toni. Ecco perché sarebbe preferibile tinteggiare la parete diametralmente opposta alla posizione del sole. Se, per esempio, il sole è ad est, quindi negli orari mattutini, tu dipingi il muro rivolto ad ovest. Se la tua casa è esposta al sole tutto il giorno, l’unica soluzione è tinteggiare nelle ore in cui il sole è più basso, di conseguenza meno potente.

Quali sono i periodi migliori

Nonostante le condizioni climatiche stiano cambiando, in peggio, di anno in anno, i mesi migliori per effettuare i lavori esterni sono marzo, aprile, maggio, settembre e ottobre: la forbice della temperatura in questi mesi è ridotta, evitando così lo shock termico.

Però il sole è sufficientemente caldo da velocizzare i tempi di asciugatura. Perché bisogna evitare estate e inverno Solitamente in estate c’è un’escursione termica anche di venti gradi tra la minima e la massima giornaliera. Decidere di imbiancare in questa stagione, a meno che non si cerchi un effetto kraquelé, è controproducente, perché la vernice secca subito.

Questo diventa un problema se si deve anche intonacare, perché il muro deve rimanere umido per fissare gli altri prodotti. Il problema principale che si pone in inverno, è l’opposto.

Temperature rigide e alto tasso di umidità causerebbero un rigonfiamento discontinuo che danneggerà la facciata. Senza contare le intemperie improvvise, come le abbondanti nevicate, che renderebbero vano ogni lavoro.

Se proprio non riesci a fare meno di imbiancare l’esterno in questi due periodi dell’anno, non puoi far altro che rivolgerti ad un esperto del settore che, con i trucchi di conosce il mestiere, riesce a svolgere il lavoro al meglio delle possibilità. Quali vernici usare Oltre ai fattori climatici la buona riuscita del lavoro dipende anche dalla vernice che si intende utilizzare.

In zone particolarmente umide è indicata quella al quarzo, che è idrorepellente. Le vernici composte da silicato di potassio hanno un’ottima resistenza, e durano nel tempo. Le silossaniche, ossia composte da silice e silicone, sono traspiranti. Un imbianchino saprà consigliarti quella giusta in base allo studio delle pareti esterne. Tinteggiare l’esterno non è sempre dettato da un estro fantasioso.

Devono essere rispettate alcune leggi.

Alcuni comuni impongono un Piano Colore da rispettare, soprattutto in zone particolari, come il centro storico.

Non è cosa strana, infatti, mostrare i colori all’ufficio tecnico, soprattutto se discostano molto dall’estetica degli edifici circostanti. Alcune città mettono a disposizione una palette predifinita di colori che potrai usare. Prima di iniziare i lavori, rivolgiti sempre all’uffici di competenza del tuo comune, e tramite una certificazione, comunica l’inizio dei lavori. Lo stesso vale se ci sono regole condominiali. Un altro fattore dipendente dalla zona in cui abiti è chi deve svolgere i lavori. Se abiti per conto tuo, in periferia, difficilmente vengono a controllare chi fa il lavoro: ma se abiti in zone trafficate, e devi usare sostegni come i ponti, rialzi, deve essere tutto perfettamente a norma, e questo è possibile solo assumendo personale qualificato e riconosciuto.

Tu da solo non puoi effettuare questi lavori, sia nel rispetto delle leggi, sia perché un lavoro esterno è molto più complicato rispetto la tinteggiatura dei muri interni. Benefici della cura estetica degli esterni Come detto all’inizio, svolgere periodica manutenzione degli esterni, mantiene la casa in ordine, ed è un perfetto biglietto da visita. Oltre al lato estetico è da considerare anche quello tecnico.

Un corretto mantenimento delle pareti esterne influirà positivamente anche sui muri interni: riparare, ad esempio, una crepa che negli anni si è andata a formare, previene le infiltrazioni di umidità all’interno della casa. Se vivi in zone in cui si è più esposti a rischi ambientali improvvisi, come una forte grandinata, raffiche di vento forti, zone paludose o particolarmente umide, è consigliabile controllare la tenuta degli esterni ogni inizio primavera, in modo da avere il tempo di programmare gli interventi. Da non disdegnare anche il beneficio economico.

Scegliere di ritinteggiare gli esterni ti dà il diritto di usufruire del Bonus Facciata detraibile al 60% per i lavori di recupero e restauro delle facciate esterne. Anche questo è un motivo valido per far eseguire i lavori a ditte specializzate: in questo modo avrai la tracciabilità dei pagamenti per farti rimborsare. L’importo verrà equamente suddiviso in dieci rate.

Trova dall’esterno ispirazione per arredare l’interno

Come abbiamo visto in un nostro articolo precedente, quando ritinteggi l’esterno, presta sempre attenzione anche allo stile, perché sarebbe consigliato creare una linea continua tra esterno ed interno. Per esempio, se esternamente hai usato e osato tecniche all’avanguardia, internamente ti aspetti un arredamento con lo stesso stile. Se invece ti si para davanti una coppia di poltrone antiche, ed arazzi appesi al muro, al primo impatto rimarresti disorientato. Al secondo sguardo, percepisci confusione.

Lo sapevi che esternamente rispecchiamo ciò che siamo dentro?

Significa che ad una persona, su cui volevi fare una buona impressione, basta il primo colpo d’occhio per giudicarti, a torto o a ragione che sia, un casinista, o, peggio ancora, un inconcludente. Anche il sistema per realizzare le pareti può essere abbinato internamente: per tinteggiare puoi decidere se usare la tecnica a rilievo o liscia. Nel primo caso, ci si aspetta all’interno una casa in stile anni 80, essendo questa tecnica molto in voga in quegli anni.

A seconda degli strati diventa più o meno evidente l’effetto buccia d’arancia. E in quegli anni, dal make up agli arredamenti, era un pullare di tecniche. Dallo shabby chic al neon, al geometric paint. Scegli lo stile che ti si addice di più e realizza un filo conduttore tra arredamento interno e muri esterni. Non usare gli stessi colori per tutte le pareti, rischi effetto scatola chiusa, opprimente e soffocante: piuttosto gioca con gli elementi di arredo in tinta.

Questo dà una sensazione di apertura edi continuità. Se invece scegli la tecnica liscia, a volte anche levigata, da sembrare lucida, opta per un arredo minimalista. Non necessariamente deve essere un total white per essere minimal. Puoi prediligere un colore di base per le pareti e uno per gli arredi, in forme e soluzioni differenti.

Hai mai pensato di arredare con mobili in plexiglass?

Ovviamente non parlo di pezzi i plastica opachi, senza un’anima, ma di articoli di design.

l plexiglass, nome tecnico metacrilato, da qualche anno ha un’ottima diffusione.

È molto simile al vetro, ma molto più resistente. E con una trasparenza e lucentezza in grado da fondere colori e luci tramite i riflessi. Considerati parte di arredamento semplice, sono realizzazioni per lo più squadrate. Ecco perche il plexiglass viene utilizzato soprattutto per mobili, credenze e scaffali. Tuttavia, essendo sempre più richiesto, ogni giorno si studiano nuove tecniche decorative: acidificazione, incisione, curvatura e colorazione sono alcune di quelle già richieste.

Queste servono innanzitutto per creare nuovi angoli di rifrazione, che danno origine a giochi di luce sempre più stupefacenti. La resistenza è pari alla leggerezza che trasmette: un arredo in plexiglass, se ben strutturato, acquista invisibilità, dando l’impressione che gli oggetti sopra, fluttuino leggermente. Nelle case piccole aiuta ad acquistare un senso di spazio, non solo per via della trasparenza, ma per gli effetti di luminosità che scaturiscono impattando contro fonti di illuminazione: le nuove tecniche servono proprio a dirigere la luminosità in punti precisi, creando veri e propri effetti studiati, e non casuali.