L’emergenza migranti è uno dei temi fondamentali che l’Europa si trova ad affrontare quest’anno. L’esodo umano, prevalentemente in arrivo dal Nord Africa, sta causando dei grossi problemi di cooperazione e coordinazione e mostra tutti i limiti dell’Unione Europea sul campo. Il rapporto “L’inferno al di là del mare”, diffuso da Oxfam, Bordeline Sicilia e da MEDU, ha denunciato un altro tassello dell’orrore: ovvero tutta la sofferenza, le torture e le privazioni dei diritti umani che tantissimi migranti devono affrontare prima di partire per l’Europa.
Il rapporto è stato mostrato in occasione del vertice dell’Unione Europea di Tallinn, in Estonia, al quale hanno partecipato i ministri europei e l’Alto Commissario per la Politica estera dell’Unione Europea, Federica Mogherini. L’appuntamento ha racchiuso, nel rapporto, una serie di testimonianze molto intense sull’inferno personale che tanti migranti passano prima di raggiungere la vita in Europea. Gli scatti che ritraggono le percentuali di coloro che hanno subito violenza possono aiutare a dare un’idea di quanto sia sconfinato questo orrore.
Secondo il Rapporto “L’inferno al di là del mare” l’80% dei migranti ha subito delle violenze fisiche, psicologiche, il 74% ha dichiarato di aver assistito a trattamenti violenti, tortura, ed in alcuni casi anche omicidio di compagni di viaggio. Il 70% dei migranti che sono arrivati in Europa hanno denunciato di essere stati rinchiusi in campi di detenzione, sia governativi che non ufficiali.
Violenze sessuali, abusi anche su bambini, arresti, persone vendute ai trafficanti, arrestati da parte delle milizie locali, in balia delle forze armate illegali che pattugliano la Libia e che possono fare il bello ed il brutto tempo quando vogliono. Un inferno, dove i prigionieri erano torturati, dove venivano minacciati di morte se non pagavano riscatti, dove venivano costretti ad ascoltare le urla degli altri che erano torturati. Una violenza fisica, psicologica. Non si mangia, al di là del mare, spesso e volentieri si viene picchiati anche senza un motivo.
Tutta questa riflessione sull’orrore che tanti migranti incontrano prima di venire in Europa si interseca in un dialogo (o chiusura?) fra i Paesi dell’UE. Poca sembra la volontà di collaborazione da parte di paesi che non siano l’Italia. Federica Mogherini nel corso dell’incontro di Tallinn ha cercato di puntare il dito sulla necessità di collaborare direttamente in Africa, per chiudere le vie di accesso e per contenere i flussi migratori troppo pesanti, ma anche sul bisogno che tutti gli Stati europei facciano la loro parte.