Viviamo in una società fortemente schematizzata e formalizzata, potremmo definirla quasi priva di fantasia, se facciamo riferimento alle situazioni di conflitto giuridico. Queste immancabili controversie sono infatti considerate degli accadimenti patologici da risolvere solo ed esclusivamente nelle cornici e nelle strutture, oltre che con i metodi tecnici, più rigidamente formalizzati secondo il criterio del “processo-giudizio”.
Osservare questo tipo di controversie in un’ottica diversa, e che tragga ispirazione dai paesi come quelli anglosassoni nei quali vige un ordinamento basato sul Common Law, potrebbe condurre il nostro paese verso uno snellimento delle pratiche e un alleggerimento dei carichi di lavoro delle aule giudiziarie, fin troppo oberate da processi fiume.
Come instaurare un dialogo per le controversie
Il concetto di partenza sta nel vedere i conflitti come fenomeni naturali e “fisiologici” ovunque ci siano relazioni interpersonali ed incroci di interessi: è del tutto comprensibile che si possa essere in disaccordo e trovarsi in condizioni di dissidio, ma ciò non deve condurre a tutti i costi a un muro contro muro nel quale ciascuno abbia l’unico scopo di far prevalere il proprio tornaconto personale e danneggiare l’altra parte.
È infatti possibile affidarsi a degli strumenti che anche in Italia sono già perfettamente disponibili ed integrati nel nostro sistema giuridico, ma che in pochi sfruttano a pieno perché non ne intuiscono le potenzialità.
Visitando il sito https://www.studiovaiana.it potrai approfondire quali sono e come funzionano questi strumenti, che qui ci limitiamo ad elencare nella grande famiglia dei metodi alternativi di risoluzione delle controversie per descriverne i vantaggi in senso più ampio: si tratta di conciliazione, mediazione ed arbitrato.
I vantaggi di una giustizia più snella
Questi metodi rappresentano a tutti gli effetti uno strumento concreto ed efficace al servizio della pace sociale, perché la ratio alla quale sono informati è favorire un riavvicinamento tra le parti. Il tutto avviene seguendo percorsi alternativi ma perfettamente validi ai fini legali, e consente di non sottoporre le controversie agli organi giurisdizionali dei quali conosciamo le lungaggini.
Da ciò deriva un primo vantaggio acclarato ed evidente, il risparmio di tempo; anche il denaro viene salvaguardato, perché rivolgendosi a terzi neutrali ed imparziali (naturalmente accreditati) le spese legali subiscono notevoli tagli; per finire, il più virtuoso vantaggio di questi metodi è come dicevamo l’instaurazione di un dialogo ma soprattutto la conservazione di rapporti interpersonali e relazioni in maniera civile, sana ed equilibrata.
Si riesce così a creare anche una nuova immagine di sé, più conciliante, con una reciproca convenienza delle parti in causa. Esistono come ovvio circostanze nelle quali è impossibile avvalersi di questo tipo di procedure semplificate, per esempio nelle cause che contemplino la perizia di un medico legale, ma per piccole questioni di natura prettamente economica il tipo di strada fin qui descritta è l’ideale.
Una nuova cultura per l’accesso alla giustizia
Il fondamentale diritto dell’accesso alla giustizia garantito a tutti viene così salvaguardato, e può condurre il nostro paese anche verso una crescita pratica che nel periodo congiunturale che stiamo attraversando, con una forte crisi anche economica scaturita dall’emergenza sanitaria, va visto come una rivoluzione culturale e costruttiva.
Una famosa citazione attribuita ad Abraham Lincoln, che prima ancora di essere Presidente degli Stati Uniti è stato un valente avvocato impegnato in cause civili e della quale riportiamo uno stralcio, dimostra come la pacificazione dei conflitti debba essere percepita come un comune e prioritario obiettivo: “Favorisci l’accordo ogni volta che puoi. Mostra come l’apparente vincitore sia spesso un reale sconfitto.”