Ad appena 30 km da Brescia sorge il piccolo borgo di Serle, incastonato in uno scenario naturalistico davvero spettacolare dove le Prealpi Bresciane la fanno da padrone. La lunga tradizione enogastronomica, da scoprire nei tanti agriturismi di Serle, rendono inoltre la cittadina un luogo tutto da scoprire.
La cucina tradizionale da provare in un agriturismo a Serle
La gastronomia di Serle è fortemente legata al territorio e a tradizioni antichissime: formaggi, castagne, miele biologico e tartufo sono solo alcuni degli ingredienti principali che caratterizzano i piatti tipici di Serle. Tra tutti però il ruolo principe spetta certamente allo Spiedo Bresciano De.Co da gustare rigorosamente in un agriturismo a Serle.
Si tratta di un piatto della tradizione che viene preparato seguendo un vero e proprio disciplinare: si utilizzano carni di maiale quali lonza, coppa e costolette, coniglio, pollo e uccelli che donano al piatto un inconfondibile e autentico gusto selvatico. I pezzi di carne vengono massaggiati con del burro e poi inseriti nello spiedo tra foglie di salvia, per poi cuocere alla brace lentamente, per almeno 6 ore, assorbendo l’aroma dei legni usati per il fuoco, preferibilmente carpino, nocciolo e ginepro. Ogni agriturismo a Serle apporta il proprio tocco personale, che può riguardare anche l’aggiunta di fette di patate tra un pezzo di carne e l’altro.
Nel corso di tutta la cottura la carne viene irrorata con altro burro, presentandosi così morbida all’interno e con una crosticina croccante.
Tra le strutture dove assaggiare lo spiedo alla bresciana non si può non citare l’Aquila Solitaria come ottimo esempio di agriturismo a Serle con tanto di fattoria didattica che aiuta soprattutto i più giovani ad approfondire il legame con la natura sotto ogni sua forma. In questo agriturismo, sito in località Casinetto, si utilizzano solo carni di animali allevati a terra, farine macinate a pietra, frutta e verdura coltivate nell’orto dell’azienda.
Tra gli altri piatti della tradizione ideali da assaggiare in un agriturismo di Serle vi sono: la Supa de can, una specie di zuppa cotta in terrine a base di pane raffermo, uova e formaggio cotti in brodo; c’è poi il famoso brasato che da queste parti è cotto nel vino Barolo; le sciatt sono invece delle frittelle a base di farina, acqua minerale, grappa e formaggio; gli spaghetti ai tre formaggi, conditi con gorgonzola, parmigiano e pecorino, con aggiunta di panna e un trito a base di prezzemolo, pistacchi e basilico.
La bellezza naturalistica di Serle
Dopo una sosta gastronomica in agriturismo a Serle, non c’è niente di meglio che andare alla scoperta del territorio circostante, in particolare dell’Altopiano di Cariadeghe, sito alle porte delle belle Prealpi Bresciane. L’altopiano, che in alcuni punti sfiora i 900 metri di altezza, si caratterizza per essere uno dei territori carsici più importanti della Lombardia. Il fenomeno che colpisce maggiormente è quello delle doline, ovvero delle specie di depressioni che come pozzi convogliano l’acqua piovana nel sottosuolo dove abbondano gallerie in parte visitabili come gli omber. Non mancano poi i caratteristici Büs del Lat, cavità carsiche assai fresche anche d’estate e in passato usate per conservare latticini.
Insomma, Serle e le sue attrazioni naturali non sono certo una location comoda al punto da essere meta dei viaggi organizzati (che, come accennato in questo articolo, sono sempre più diffusi), ma merita sicuramente la pena di visitarlo, soprattutto se amate le camminate in montagna o siete degli appassionati ciclisti.
Per concludere, possiamo dire che una sosta gustosa in un agriturismo a Serle è l’occasione perfetta per scoprire l’Altopiano di Cariadeghe a piedi o in bicicletta, seguendo uno dei sentieri predisposti, addentrandosi nelle faggete, tra i castagni, tra gli alberi di nocciole e i carpini. La presenza dei boschi è essenziale. Durante le escursioni si possono scorgere almeno 36 specie di uccelli, ma anche serpenti, anfibi e ovviamente chirotteri che hanno trovato nelle grotte sotterranee il loro habitat perfetto.
Da vedere infine il Monastero di San Bartolomeo, sito sul punto più alto dell’Altopiano, ovvero sul Monte Orsino: è un eremo immerso nella vegetazione, con il piccolo campanile e il doppio tetto a spiovente. All’interno sono ancora visibili affreschi tra i quali quelli attribuiti a Paolo da Cailina il Giovane.