Nell’ambito dello smaltimento dei rifiuti un tema molto “caldo” è senza dubbio lo smaltimento dei rifiuti appartenenti alla categoria speciale.
Se stai cercando informazioni valide a proposito ti consiglio di continuare a leggere questo articolo: di seguito parleremo di come dovrebbe avvenire lo smaltimento dei rifiuti speciali, quali fasi dovrebbero essere rispettate.
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Smaltimento rifiuti Emilia Romagna: la necessità di avere un Registro di Carico e Scarico.
Tutti i produttori di rifiuti devono tenere un registro di carico e scarico come stabilito dall’articolo 190 del Decreto Legge 152/2006.
In questo registro devono essere inserite tutte le informazioni sui rifiuti indicandone:
- la qualità, ovvero la tipologia dei rifiuti;
- la quantità, ovvero il volume dei rifiuti.
Questi registri devono poter essere visionati in ogni momento quando si ricevono i controlli da parte delle autorità competenti.
Ti ricordo che se la tua impresa produce più di 10 tonnellate di rifiuti non pericolosi all’anno e due tonnellate all’anno di rifiuti pericolosi è possibile delegare la compilazione del registro a società specifiche di servizi.
Smaltimento rifiuti Emilia Romagna: come avvengono le fasi di Trasporto e Stoccaggio.
L’articolo 183 del Decreto Legislativo 152/2006 si occupa di definire le regole per il deposito temporaneo dei rifiuti.
Nel caso in cui tu debba gestire rifiuti pericolosi assicurati di rispettare fino in fondo la normativa che prevede lo stoccaggio, l’imballaggio e l’etichettatura degli stessi per capire quali sostanze pericolose contengono.
Il deposito temporaneo dovrebbe poi avvenire in aree ben precise e delimitate in modo che non ci sia alcuna forma di dispersione.
Ogni contenitore deve riportare il codice C.E.R. che ne definisce la provenienza, il processo che lo ha generato e la tipologia di rifiuto.
Nel caso di rifiuti pericolosi sull’etichetta è presente un asterisco.
I rifiuti vengono poi trasportati in appositi colli che dovranno riportare:
- l’etichetta che indica la pericolosità del rifiuto;
- eventuali marchi;
- il numero ONU (UN);
- l’etichetta R;
- il codice CER;
- l’etichetta con informazioni di pericolo.
Un’altra fase importante in questo “percorso” è rappresentata dall’analisi del rifiuto per attestare se effettivamente si ha a che fare con un rifiuto pericoloso.
L’obiettivo di questa fase è classificare correttamente il rifiuto per poterlo smaltire in completa sicurezza, non arrecando danni all’ambiente o alle persone.
Ovviamente nel caso in cui ci dovessero essere modifiche al ciclo produttivo del rifiuto oppure nella sua composizione le analisi vanno ripetute.
Una volta che l’analisi è stata effettuata e che i rifiuti sono stati depositati in aree apposite per il periodo di deposito temporaneo, in base ai risultati ottenuti si deve procedere al loro smaltimento.
In particolare per quanto riguarda i rifiuti classificati come speciali ci sono due alternative:
- spedire i rifiuti in impianti di recupero o smaltimento ogni tre mesi senza considerare la quantità prodotta;
- inviare i rifiuti in appositi impianti nel giro di un anno dalla loro produzione: in questo caso la quantità deve essere inferiore ai 30 metri cubi.
Di questa quantità al massimo dieci metri cubi possono essere rappresentati da rifiuti pericolosi.
Una volta che il rifiuto è stato smaltito o recuperato il suo ciclo di vita è terminato.