Che cos’è il microbioma cutaneo?

Prima di capire cosa sia il microbioma, è essenziale conoscere il microbiota. Quest’ultimo non è altro che un insieme di organismi che hanno il compito di proteggere non solo la pelle, ma anche le vie aeree o l’intestino.

Il microbiota è unico per ogni individuo e, in base all’area in cui esso è localizzato e alla funzione che ricopre, presenta una composizione differente.

Quando, invece, si parla di microbioma, si fa riferimento al suo patrimonio genetico. Infatti, esso, come nel caso di quello cutaneo, ha il compito di proteggere la pelle dagli agenti patogeni.

Il microbioma cutaneo si forma alla nascita ma non rimane invariato. Esso, infatti, subisce numerosi mutamenti nel corso della crescita, specialmente durante l’adolescenza, per concludere il suo ciclo durante l’età adulta.

Proprio per questa ragione, gli studi a riguardo risultano complessi e necessitano di continui approfondimenti. Considerando che la pelle è costantemente sottoposta a stimoli, il suo microbioma può cambiare sensibilmente. Dunque, è molto importante capire quale sia il suo equilibrio, come ottenerlo e come rispettarlo.

Microbioma cutaneo nelle diverse parti del corpo

Occorre sapere che, in base all’area interessata da uno specifico microbioma, è possibile trovare batteri differenti, anche in proporzione non quantificabile. Tuttavia, esso non è composto solo da batteri ma anche da virus, parassiti e funghi.

Si pensi ad esempio che il microbioma cutaneo può cambiare in base all’ambiente, rispetto alla zona del corpo in cui si sviluppa, oppure alla sua esposizione agli agenti esterni. Inoltre, alcune aree del corpo presentano un maggiore livello di idratazione e di sebo rispetto ad altre e per questo, il microbioma presenta tratti differenti, rendendolo piuttosto eterogeneo.

Le sezioni umide, come ad esempio le ascelle, l’inguine o la pianta dei piedi, presentano specifici batteri della specie Corynebacterium e Staphylococcus. Così, le zone maggiormente sebacee come la fronte presentano batteri della famiglia degli Propionibacterium, largamente presenti nelle pelli acneiche.

La Malessezia, ad esempio, è un microrganismo molto comune sulla superficie cutanea. Il suo compito è quello di idrolizzare i trigliceridi del sebo, rilasciando successivamente acido oleico, arachidonico e grassi insaturi.

Proprio in questo modo avviene il deterioramento della barriera cutanea con una conseguente reazione infiammatoria. Allo stesso modo, il Demodex follicolorum, un acaro naturalmente presente sulla pelle, innesca nei soggetti predisposti la rosacea.

Avere cura del microbioma

Avere una pelle sana e luminosa è l’obiettivo di molti di noi, ma per raggiungere questo obiettivo è importante prestare attenzione al microbioma cutaneo. Il microbioma cutaneo è l’insieme di microorganismi che vivono sulla nostra pelle, e che svolgono un ruolo fondamentale nella sua protezione e nel mantenimento del suo equilibrio.

Ci sono molti fattori che possono influire sulla salute del nostro microbioma cutaneo, tra cui lo stress, uno stile di vita poco sano e l’esposizione a agenti esterni come l’inquinamento, il fumo e l’alcol. Per questo motivo, è fondamentale adottare un regime di cura della pelle che tenga conto di questi fattori e che sia mirato a preservare il microbioma cutaneo.

Uno dei primi passi da compiere per proteggere il microbioma cutaneo è la scelta dei prodotti giusti per la pulizia del viso e del corpo. È importante utilizzare saponi delicati e con pH bilanciato, in grado di mantenere il pH naturale della pelle e di preservare la sua barriera cutanea. Questo è particolarmente importante per il viso, che ha una pelle più delicata rispetto al resto del corpo.

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Il regime di cura della pelle coreano prevede diverse fasi, ognuna delle quali mirata a risolvere specifici problemi cutanei, dal tonificare alla idratare la pelle, alla riduzione della comparsa di macchie e alla prevenzione dei segni del tempo.

Non solo, avendo cura di rispettare queste semplici accortezze sarà facile notare come la pelle appaia elastica, idratata e morbida. In linea generale, per avere cura del microbioma della propria pelle occorre:

  • mantenere un pH acido (pH 5);
  • utilizzare detergenti delicati;
  • preferire prodotti con tensioattivi delicati;
  • evitare l’esposizione ai raggi UV senza protezione;
  • condurre uno stile di vita sano;
  • evitare lo stress;
  • non consumare dosi massicce di alcol;
  • evitare il fumo o i prodotti a base di nicotina.

Perché è così importante il microbioma della pelle?

Come già anticipato, la cute permette la creazione dell’habitat ideale, per i batteri che compongono il microbioma, e fornisce il nutrimento, permettendo loro di svolgere una funzione essenziale: proteggere la pelle dagli agenti patogeni.

Dunque, è facile comprendere come il microbioma cutaneo funga da vero e proprio scudo acido, evitando la penetrazione di sostanze dannose e mantenendo l’ambiente in equilibrio. Infatti, se il microbioma cutaneo reagisce bene alle condizioni acide di pH 5, gli agenti patogeni non tollerano tale condizione.

Pertanto, un repentino cambiamento del pH, l’avanzare dell’età oppure l’aggressione dei raggi UV, possono incrinare tale equilibrio con una conseguente disidratazione della pelle e un aumento della sensibilità, favorendo la comparsa di malattie infiammatorie, dell’acne o della dermatite.

Detersione e pH: cosa bisogna sapere

Quando si parla di detersione è opportuno trattare altresì la questione del pH. I tensioattivi, ossia gli elementi contenuti nei detergenti, se particolarmente aggressivi, possono disidratare la pelle aggredendo il microbioma cutaneo.

Questi infatti hanno il compito di eliminare batteri, residui di makeup e di smog ma danneggiano lo strato protettivo acido. Lo spostamento microbico comporta una modificazione dei microrganismi.

Questo favorisce la penetrazione di allergeni e agenti patogeni che rendono la pelle maggiormente sensibile. I prodotti più indicati sono quindi quelli con pH 5, ossia acidi, che contengono tensioattivi delicati in grado di mantenere il corretto livello di idratazione senza scalfire la naturale barriera della pelle.

Il pH 5 è infatti ottimale per il microbioma pertanto i detergenti con tensioattivi delicati sono in grado di mantenere la barriera acida impedendo la penetrazioni di agenti dannosi.

L’equilibrio del pH

Il pH è in sintesi la scala attraverso cui è possibile misurare il grado di acidità o basicità delle soluzioni. Il valore del pH oscilla tra 0 e 14 dove 7 è considerato neutralità.

I valori da 6 a 0 saranno quindi acidi mentre quelli da 8 a 14 saranno basici. Quando si parla di detersione della pelle, il pH migliore è il 5 poiché anche gli strati superficiali dell’epidermide hanno tale pH.

È tuttavia necessario sottolineare che il valore del pH, nonché il suo equilibrio, può variare in base a svariati fattori tra cui l’età, il sesso e le diverse zone del corpo. La barriera protettiva della pelle è fondamentale per contrastare l’azione di fattori con pH basico (o alcalino) quali tensioattivi aggressivi, inquinamento, ecc…, pertanto è necessario che il pH sia acido.

Il pH 5 favorisce altresì il processo di rigenerazione delle cellule morte (o desquamazione) poiché crea l’ambiente ideale in cui i batteri naturalmente presenti sulla pelle possano vivere.

Per questa ragione, quando il pH della cute viene alterato, la funzione protettiva viene meno e la barriera protettiva risulta compromessa. In queste circostanze viene favorita la perdita di acqua con conseguente disidratazione. La pelle diviene così più sensibile agli agenti irritanti diventano via via sempre più delicata.