L’ernia inguinale è molto diffusa e nell’ultimo anno in Italia i pazienti operati sono stati circa 200.000. Questi numeri hanno permesso ad alcuni chirurghi di raggiungere livelli di specializzazione molto alti e studiare nuove metodologie chirurgiche.
Anche la laparoscopia, che pian piano sta soppiantando i tradizionali interventi a cielo aperto, si sta evolvendo grazie alla robotica e alle sue enormi potenzialità.
L’intervento in laparoscopia
Il tipico intervento a cielo aperto, ancora molto diffuso, comporta per il paziente alcuni disagi, come una degenza di qualche giorno, l’incisione e la conseguente cicatrice. Si tratta quindi di un tipo di chirurgia piuttosto invasivo, che non permette al paziente di recuperare la forma fisica in tempi rapidi.
La laparoscopia ha cambiato l’approccio con il trattamento dell’ernia inguinale e si caratterizza per una ridotta invasività. Infatti non occorre un’incisione e il paziente può evitare di convivere per tutta la vita con i segni della cicatrice.
Il chirurgo accede all’area interessata usando un laparoscopio dotato di fibra ottica e telecamera, così può vedere con chiarezza il punto da operare e intervenire con grande precisione. Quando l’intervento viene eseguito in laparoscopia, non servono neanche i punti di sutura e i tempi di recupero, rispetto ai tradizionali interventi open, sono notevolmente ridotti.
L’ingresso della robotica nel trattamento dell’ernia inguinale
La laparoscopia sta attraversando negli ultimi anni un’ulteriore evoluzione per l’introduzione della robotica nel trattamento dell’ernia inguinale. Il chirurgo italiano dott. Antonio Darecchio – www.internationalherniacare.com – iperspecializzato nella videolaparoscopia e nei trattamenti robotici, ha elaborato un metodo che sfrutta le precisione dei robot, per ottenere dei risultati sempre più vicini alla perfezione.
Il dott. Darecchio ha fatto brevettare uno strumento sofisticato da lui ideato, dimostrando al mondo intero che la robotica può rappresentare un valore aggiunto nel trattamento laparoscopico delle ernie.
Se prima un chirurgo si lasciava orientare dalla fibra ottica, ora è guidato da un robot e questa metodica evoluta è chiamata Robotic TAPP. È bene precisare che non tutti i chirurghi sono sufficientemente preparati per la chirurgia robotica, perché occorrono anni di esperienza e impegno, oltre che costanti aggiornamenti in materia.
Orami sono in molti i medici specializzati che utilizzano la chirurgia laparoscopica, ma la Robotic TAPP rimane ancora una prerogativa di pochi. In Italia si possono segnalare 3 centri di eccellenza dove queste metodiche evolute sono disponibili, a Roma, Milano e Parma e all’interno di queste strutture il paziente potrà affidarsi allo stesso dott. Darecchio.
Chirurgia robotica: tutti i benefici
Uno dei timori dei pazienti colpiti da ernia inguinale è quello della recidiva, cioè il ripresentarsi del problema a distanza di un po’ di tempo, nonostante il paziente sia già stato sottoposto all’intervento. La chirurgia robotica è molto indicata nei casi di recidiva, perché il chirurgo può operare su tessuti ancora intatti, allontanando il rischio di nuove lesioni operatorie.
Quando si tratta invece del primo intervento di ernia inguinale del paziente, il metodo Robotic TAPP riduce il rischio di una recidiva. Per irrobustire la parete addominale si utilizza una particolare retina, morbida e flessibile, che aderisce perfettamente alla parete addominale e si fissa senza ricorrere a strumenti di fissaggio meccanici.
Quando non vengono introdotti corpi estranei per il fissaggio della protesi, la possibilità di complicazioni si riduce ulteriormente e i tempi di degenza si riducono.
Molti pazienti credono erroneamente che la chirurgia mininvasiva sia più soggetta al rischio di recidiva, mentre invece è proprio il contrario: la retina che viene introdotta col metodo Robotic TAPP viene posizionata con precisione millimetrica e col tempo si integra perfettamente con i tessuti che la ospitano, così la parete addominale diventa più robusta.