Come ben sappiamo la crisi sanitaria che ha investito il nostro paese e tutto il mondo ha messo in difficoltà praticamente ogni settore di produzione, non ultimo quello edile. I provvedimenti sono stati presi molto tempestivamente, con l’offerta di una riduzione del 110% dell’aliquota IRPEF sulle attività di miglioria edile svolte tra luglio 2020 e dicembre 2021.
Abbiamo parlato con i responsabili di Cromas, azienda leader nella produzione di vernici per professionisti dell’industria e dell’artigianato, che ci hanno confermato che il futuro del mercato è fragile, ma che tutte le aziende e le associazioni stanno lavorando per riportare lavoratori e produttori ai livelli di competitività pre-crisi.
Vediamo insieme qualche dato di settore.
Il giro d’affari
Iniziamo da una prospettiva generale sul settore delle vernici. Ogni anno vengono utilizzati da restauratori ed esperti dell’edilizia indicativamente 500 milioni di litri. Parliamo di un indotto appena inferiore a 1,2 miliardi euro. Il volume produttivo italiano è il terzo in Europa, subito dietro a Germania e Francia, secondo i dati più aggiornati di Assovernici. Siamo ovviamente in attesa delle stime del 2020, che pagheranno il blocco delle produzioni non indispensabili durante la primavera.
Un grande numero di aziende
Secondo gli analisti quello che mette ulteriormente in difficoltà il mercato è l’estrema frammentazione dei produttori. Solo nel nostro paese esistono circa 600 imprese, tra multinazionali e piccole aziende a conduzione artigiana.
Questo rende complesse le analisi per vari fattori:
- E’ difficile creare un quadro generale che tenga conto di tutte le realtà, spesso molto differenti tra una e l’altra. Si stima infatti che le 10 aziende più grandi fatturino circa il 43% del totale del mercato, con una evidentissima sproporzione rispetto alle altre 590 attività. Questo dato è ancora più impressionante se pensiamo che le prime 20 aziende per dimensione in Italia hanno subito generalmente una piccola flessione (-1%) negli ultimi anni: non abbastanza per dare ossigeno alle piccole realtà.
- Il settore difficilmente trova punti d’incontro tra piccole realtà produttive e grandi imprese, dunque è facile che i colossi assorbano sia l’attenzione degli applicatori che degli analisti proprio in virtù delle proprie dimensioni e del proprio volume di affari.
- La crisi colpisce sempre chi era già in difficoltà prima, ed inevitabilmente una piccola impresa è per sua natura più fragile di un colosso internazionale.
Assovernici è ovviamente la realtà che maggiormente è inserita nel tessuto produttivo e ha contatti con il maggior numero di lavoratori e produttori, dunque le sue stime sono molto attendibili e cercano di dare respiro e risalto alle piccole aziende con livelli di fatturato più contenuti ma qualità di altissimo livello.
La territorialità paga anche nel settore vernici
Sembra incredibile, ma la performance migliore del settore nel biennio 2017-2018 è stata registrata dalle piccole aziende, quelle con fatturati inferiori ai 5 milioni di euro annui. La territorialità dei mercati sembra pagare anche in questo settore, dunque, con stretti e affidabili rapporti tra produttori, distributori e acquirenti, che creano microreti interne che speriamo siano sufficienti a colmare il divario e a sostenere il settore durante la crisi.