Cheratocono: come si può trattare? Sintomi e cure possibili

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Che cos’è

Il cheratocono è una malattia degenerativa che interessa la cornea e che con il passare del tempo, può diventare fortemente invalidante. Essa infatti consiste nel progressivo assottigliamento ed incurvamento della cornea, che si deforma assumendo la forma di un cono. In questa maniera, il soggetto, ha una visione distorta sia da vicino che da lontano.

Il rischio che si corre per un cheratono non curato, è quello di ritrovarsi completamente ciechi, con il passare degli anni. Questa patologia colpisce una persona su 500, con una percentuale maggiore di giovani, adolescenti e bambini.

Grazie alle moderne tecniche diagnostico-terapeutiche messe a punto in Italia, è possibile diagnosticare questa patologia in tempo per bloccarne l’evoluzione ed i conseguenti problemi futuri alla vista ed alla vita del paziente.

I sintomi

Quali sono i sintomi? I sintomi del cheratocono sono diversi: generalmente si manifesta con una lenta ma inesorabile perdita della vista, miopia, astigmatismo molto variabile con sfregamento agli occhi ed aloni.

Una visione prettamente sfocata in associazione alla (cattiva) abitudine di sfregarsi gli occhi dovrebbero indurci a sospettare la patologia.

La causa scatenante non è ancora chiara agli studiosi ma, pare che la principale sia la predisposizione genetica.

Si consiglia comunque un accertamento da un medico oculista qualora si avessero:

  • dei familiari che hanno sofferto di tali patologie 
  • se pur portando gli occhiali, e con occhi sani non si riesca comunque a raggiungere i 10 decimi alla visita oculistica
  • se sapete di essere affetti da astigmatismo ma iniziate a vedere male con gli occhiali che prima andavano bene, potrebbero essere i coni che si modificano

Esistono vari stadi della patologia e la diagnosi viene emessa con esami come la topografia corneale o la cheratometria.

Le cure previste

Come in molti casi di patologie croniche, innanzi tutto si cerca di fermare la malattia.

L’interruzione di cattive abitudini come lo sfregamento degli occhi, e dormire di lato o a pancia sotto sono coadiuvanti della terapia di cross-linking corneale.

Questo trattamento viene normalmente applicato ai pazienti che non sono in fase avanzata della malattia. Esso serve a rafforzare i legami del collagene della cornea per evitare il più possibile le deformazioni.

Il trattamento a base di riboflavina e raggi ultravioletti A, della durata di un ora, serve solo a bloccare gli effetti della patologia, non migliora la vista, ma evita che peggiori. Dopo i primi 2-3 gg di fastidi, i risultati saranno visibili e/o apprezzabili a distanza di settimane e mesi dall’intervento.

Si tratta di un operazione ripetibile, ma solo nelle fasi iniziali della patologia. I risultati ottenuti da questa nuova tecnica sono davvero ottimali, tanto che può essere praticata anche su bambini e giovani.

Come migliorare la vista di chi è affetto da cheratocono

Tra le varie opzioni disponibili troviamo delle lenti a contatto specifiche, ma anche occhiali e l’impianto di anelli corneali detti intrastromali  oppure interventi con il laser per poter rimuovere eventuali noduli o cicatrici del cheratocono.

Laddove il caso dovesse rientrare tra le tipologie più gravi, viene proposto il trapianto di cornea di tipo perforante o lamellare a tutto spessore.

  • Le lenti a contatto per il cheratocono non possono ovviamente rallentare la progressione della patologia, ma servono a chi ne è affetto a vedere decisamente meglio. Sono articoli specificatamente creati per i pazienti: hanno geometrie variabili e possono essere diverse tra loro (come sono diverse le cornee dei pazienti). Ovviamente andranno consigliate e studiate dal vostro oculista.
  • Il trapianto di cornea detto lamellare anteriore, per chi è in fase avanzata della malattia e non riesce più a tollerare lenti ed occhiali può essere eseguito con varie tecniche. La DALK, eseguibile con diverse modalità, nella versione lamellare, consiste nel togliere la zona malata della cornea lasciando intatto l’endotelio sano. In questo modo le complicazioni sono minori e la ripresa è più veloce. Il rischio di rigetto esiste, anche se basso, e dovranno essere seguite tutte le terapie antirigetto prescritte dagli specialisti.

Il consiglio per curare, ma soprattutto per prendere in tempo questo tipo di patologia, è quello di fare dei controlli regolari alla vista. Affidatevi ad un medico oculista e fatevi consigliare il percorso terapeutico più corretto per il vostro caso.