Il tartufo: un alimento unico, con un sapore forte e inconfondibile che viene spesso associato al lusso. Dopotutto è uno dei cibi prediletti dei ristoranti stellati. È anche difficile da definire scientificamente: nonostante il tartufo faccia parte della famiglia dei funghi, possiede delle caratteristiche organolettiche molto diverse.
Anche per questo viene considerato un cibo particolarmente pregiato. Il suo sapore terroso e allo stesso tempo tendente al dolce è unico nel suo genere. Pur ricordando che non bisogna mai esagerare con le dosi a tavola, si tratta di un alimento ricco di proprietà nutritive che fanno bene al nostro organismo e alla nostra dieta.
È però importante ricordare che, per poter apprezzare davvero il gusto del tartufo, bisogna sempre acquistarlo da produttori che ne certificano la qualità. Questo è l’unico modo per evitare di imbattersi in articoli scarsi; in questo sito qualsiasi cliente ha la certezza di acquistare prodotti a base di tartufo di assoluta qualità, realizzati seguendo tutte le normative vigenti in materia. La Spora Tartufi è un’azienda a conduzione familiare che da anni si occupa di raccogliere i migliori tartufi nei boschi della Valle del Sangro; una ditta che crede fortemente nella filosofia del chilometro zero e cura la sua produzione con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale.
Le proprietà benefiche del tartufo
I tartufi, come accennavamo in precedenza, hanno delle proprietà nutritive molto importanti. Innanzitutto sono ricchi di carboidrati e fibre e contengono tantissimi nutrienti, come ad esempio la Vitamina C, il fosforo e il magnesio; in aggiunta, hanno un contenuto di grassi molto basso e un contenuto proteico che in tanti casi è anche superiore a quello della carne. Ancora, vanta un numero molto ridotto di calorie. Il tartufo ha circa 31 calorie ogni 100 grammi ed è anche privo di colesterolo. Per tutti questi motivi, viene consigliato e inserito nei regimi di dieta ipocalorici.
Tante specie di tartufo possiedono anche delle importanti qualità ossidanti, il che significa che ci troviamo di fronte a un alimento che, inserito nella nostra dieta, può aiutarci a combattere i radicali liberi, favorendo anche il processo digestivo. Insomma, il tartufo vanta proprietà benefiche molto importanti in grado di ridurre la nostra suscettibilità alle infiammazioni.
Non è tutto. Alcuni studi scientifici negli ultimi anni hanno studiato la correlazione con la salute cerebrale: è stato dimostrato come consumare regolarmente il tartufo aiuti la memoria a rafforzarsi e persino migliori l’umore. Questo in quanto riesce a stimolare e rendere più efficiente la produzione di serotonina nel nostro corpo; sarà forse perché mangiarlo è un vero piacere? Probabilmente anche quello contribuisce al buonumore.
Attenzione alle intolleranze
Trattandosi di un alimento molto particolare e raffinato, e che oltretutto fa parte della famiglia dei funghi, è anche importante fare attenzione alle possibili intolleranze; non si mangia abitualmente quindi è difficile scoprire possibili reazioni.
A differenza delle allergie alimentari, che sono più gravi e coinvolgono il nostro sistema immunitario, le intolleranze sono molto più difficili da scovare. Ma esistono comunque dei test in laboratorio che permettono di capire se fatichiamo ad assimilare questo alimento. Volendo, ci si può sottoporre all’esame prima di assaggiare un nuovo piatto, soprattutto se si è un soggetto già allergico.
L’Abruzzo, la patria del tartufo
I tartufi abruzzesi rappresentano quasi una tipologia a sé stante: grazie alle caratteristiche del territorio e al clima favorevole, qui i tartufi assumono un sapore ancora più autentico e particolare, al punto che secondo molti esperti questa Regione può essere a buon diritto considerata la vera patria di questo fungo. Ne vengono coltivate ogni anno diverse varietà, come ad esempio il celebre Tuber magnatum Pico, conosciuto come tartufo bianco pregiato.
Questa tipologia viene considerata dagli esperti quella di maggior pregio, da consumare crudo tagliato a fette molto sottili. Ha un colore che può variare dal rosso al nocciola, a seconda del territorio in cui viene coltivato. In genere, viene raccolto tra l’autunno e l’inverno, più specificatamente tra l’inizio del mese di ottobre e la fine di dicembre.
Le origini antiche
Risalire alle origini del tartufo, ovvero a quando è stato coltivato per la prima volta dagli esseri umani, non è semplice. È una storia affascinante che si perde tra i pochi documenti storici a disposizione, tanto da trasformarsi in parte in leggenda. Ciò che si sa per certo è che tra il Cinquecento e il Seicento il tartufo era già un cibo molto apprezzato in Europa e veniva già considerato tra quelli più raffinati che si potevano trovare in tavola.
In realtà era già conosciuto da molti secoli nel Mediterraneo: Plinio il Vecchio, vissuto nel primo secolo Dopo Cristo, parlava e descriveva già il tartufo nella sua opera Naturalis Historia. Inoltre, il modo in cui nasce il tartufo dal terreno ha sempre destato una grande curiosità tra gli studiosi. Anche se in realtà, nonostante alcune differenze, si tratta di un ciclo molto simile a quello dei funghi, che inizia con la germinazione delle spore contenute nella parte interna.