Tritarifiuti domestico, tutto quello che c’è da sapere.

La situazione ambientale del nostro pianeta è uno degli argomenti più scottanti e dibattuti al giorno d’oggi, le campagne di sensibilizzazione sono tante e questo perché molte persone, purtroppo, tendono a dare per scontato molte cose e non capiscono quanto sia importante salvaguardare l’ambiente che ci circonda. Fortunatamente, l’invenzione di nuove tecnologie ci permette di “fare la nostra parte” e ridurre l’impatto ambientale, a cominciare dallo smaltimento dei rifiuti, una piaga per molte città. Attraverso l’installazione di un tritarifiuti domestico o di un dissipatore (vedi qui per per approfondire).

È possibile per noi tutti scendere in campo in prima linea e acquistare un tritarifiuti domestico o un dissipatore, un elettrodomestico che sta spopolando sempre di più e che rappresenta la soluzione più efficiente e pratica per eliminare definitivamente i rifiuti organici.

Ma vediamo nello specifico come funzionano, dove si installano e a cosa servono.

I rifiuti organici vengono comunemente denominati umido e rappresentano tutti gli scarti alimentari e tutti i prodotti considerati biodegradabili. Normalmente, l’umido viene raccolto in appositi bidoni per poi essere portati nelle discariche che provvedono allo smaltimento. Durante questo processo, la spazzatura viene trasformata in un composto utile alla coltivazione del terreno per quanto, in molti casi, questo iter non avviene: parecchi territori non sono attrezzati per lo smaltimento dei rifiuti e questo comporta ad una fermentazione degli stessi che a loro volta favoriscono la formazione di tossine incredibilmente dannose per la salute di ognuno di noi. Ma non è tutto, non dimentichiamoci che l’accumulo di spazzatura porta alla colonizzazione di batteri e animali portatori di malattie.

In nostro aiuto arriva il tritarifiuti che ci permette di bypassare tutti questi procedimenti, riduce quasi completamente la produzione di immondizia e, soprattutto, contribuisce in modo attivo alla salvaguardia del nostro pianeta evitando l’accumulo nelle discariche.

Come nasce e come funziona il tritarifiuti

Il tritarifiuti o dissipatore nasce agli inizi del XIX secolo e, dopo diverse sperimentazioni, è diventato un elettrodomestico altamente sofisticato in grado di eliminare qualsiasi tipo di rifiuto organico. Una volta installato sotto il lavandino, questo provvederà a filtrare tutto il materiale che defluisce dal tubo di scarico del rubinetto. La bocchetta del dissipatore (presente nel lavello) è composta da lame e dischi che, a seconda della velocità, polverizzano gli scarti. È importante, prima dell’acquisto, informarsi sulla capacità contenitiva del serbatoio di scarico così da regolarsi sul quantitativo di rifiuti da triturare onde evitare un intasamento e poi, non bisogna sottovalutare neanche il motore che è il nucleo principale per la triturazione e conoscere le sue caratteristiche, ci permetterà di evitare il superamento della resistenza dei rifiuti solidi.

Cosa si può triturare nel dissipatore?

È bene sapere che il tritarifiuti non smaltisce tutto: legno, plastica, vetro e metalli non possono andare nel suo interno, viceversa, tutti quelli che sono composti oleosi, gli scarti della cottura dei cibi, i semi, le lische dei pesci e tutti i generi di alimenti che tendenzialmente finiscono nel lavandino, possono essere smaltiti. È bene comunque cercare di non “affogare” il tritarifiuti, soprattutto quando gettiamo bucce della frutta, ossa e pezzi di cartilagine poiché necessitano di più tempo per essere triturati. Proprio per questo, ricordiamo che è importante, prima dell’acquisto, appurare le caratteristiche e la potenza del motore del nostro dissipatore, così come la capacità del contenitore così da non sovraccaricarlo.