Vittima di sigaretta elettronica negli USA: cosa c’è di vero?

La diatriba fra sostenitori e detrattori della sigaretta elettronica è sembrata arrivare ad un punto di svolta nella giornata di Sabato 24 Agosto 2019. In questa data è stato infatti dichiarato il primo decesso causato dall’utilizzo di una sigaretta elettronica.
La vittima è un uomo statunitense dell’Illinois, di età non confermata, che si è presentato in ospedale con sintomi respiratori gravi e in breve tempo è deceduto senza che i medici riuscissero ad arrestare la violenta crisi in atto.
Da queste poche e frammentarie notizie, gli organi di stampa di tutto il mondo hanno potuto cavalcare l’ondata di sdegno levatasi contro un prodotto precedentemente dichiarato sicuro. Abbiamo voluto parlare di questo argomento con gli esperti di sigarette elettroniche di TecnologiaTop, da anni attenti a tutte le news del settore del fumo digitale.

Ritenete che questa sia una svolta nella percezione comune delle sigarette elettroniche?

“Senza dubbio è un chiaro segnale di interesse da parte degli organi di stampa. Forse possiamo denotare una buona dose di sensazionalismo nel modo in cui è stata riportata la notizia. Pare infatti che il liquido utilizzato dal malcapitato, fosse diverso dai comuni liquidi per lo svapo che si possono trovare in commercio.”
“Inoltre non abbiamo chiare informazioni sulla tipologia di sigaretta elettronica utilizzata. Basti pensare all’enorme evoluzione che le ecig hanno subito negli ultimi 10 anni per capire che utilizzare un prodotto di prima generazione, oppure un prodotto di ultima generazione, può avere effetti totalmente differenti.”

Quindi credete che non esista un nesso fra sigarette elettroniche e patologie polmonari?

“Non proprio, poiché l’utilizzo di liquidi a base di nicotina, oppure l’utilizzo di liquidi dal ciclo di produzione poco trasparente, possono senza dubbio essere concausa della comparsa di patologie polmonari. Inoltre esistono studi preliminari che sembrano confermare la possibilità di procurarsi infiammazioni polmonari in caso di abuso di sigarette elettroniche.”
“Pare tuttavia assurdo constatare quanto vengano stigmatizzate le sigarette elettroniche dimenticando che il loro scopo principale sia consentire ai fumatori di abbandonare il fumo tradizionale. Stiamo mettendo sullo stesso piano un prodotto che miete a livello mondiale circa 20.000 vittime al giorno e procura annualmente 40.000 nuovi casi di tumore in Italia, con un prodotto che in 10 anni ha fatto riscontrare circa 200 casi di infiammazione polmonare severa.”

“Mi sembra doveroso citare le parole del professor Fabio Beatrice, che al XXI Convegno Nazionale “Tabagismo e Servizio Sanitario Nazionale” tenutosi il 31 maggio 2019, ha evidenziato come nelle e-cig siano presenti molte meno sostanze tossiche rispetto alle sigarette classiche, tanto che i danni ipoteticamente attribuibili alla sigaretta elettronica siano largamente accettabili in un’ottica di riduzione del consumo di sigarette tradizionali.”

In conclusione, cosa vi sentite di consigliare a chi vuole smettere di fumare?

“Beh siamo di fronte ad una scelta fra un gravissimo danno certo, che ha provocato milioni di decessi e un valido metodo per smettere di fumare, che in rarissimi casi ha portato a episodi di infiammazione polmonare. Certo passare al fumo digitale è solo il primo step di una missione che deve avere come obiettivo finale quello di abbandonare completamente il fumo.”
“Non possiamo comunque ignorare quanta disinformazione, se non malafede, si celi dietro articoli dai titoli catastrofici, fondati sulla base di poche e lacunose informazioni. Il settore delle e-cig è sicuramente visto come scomodo dalle lobby del tabacco. Colpisce lo stesso segmento di mercato con prodotti più economici e meno pericolosi. Mi piacerebbe vedere più onestà intellettuale quando si parla di sigarette elettroniche. Ritengo sia fondamentale non celare le insidie del fumo digitale, ma al tempo stesso lodarne i benefici rispetto a quello tradizionale.”