A partire dal 1° febbraio è possibile utilizzare la procedura informatica relativa all’invio delle domande per beneficiare del bonus per genitore monoreddito o disoccupato con figlio disabile. La circolare Inps dello scorso 10 marzo, in particolare, indica qual è l’iter che deve essere seguito per le istanze in questione e segnala le scadenze che devono essere rispettate: si tratta della Circolare n. 39.
In questo documento viene spiegato in che modo funziona il contributo in questione, che cosa si deve fare per richiederlo e ottenerlo, quali sono le modalità di erogazione, quali date devono essere rispettate e che importi sono previsti. Il bonus per genitore con figlio disabile è destinato ai genitori che hanno un figlio a carico con una disabilità riconosciuta di almeno il 60%.
Il contributo ai genitori con figli disabili e le altre leggi di tutela dei soggetti svantaggiati
Ma entriamo più nel dettaglio per saperne di più. Il contributo è stato introdotto con la legge n. 178 del 30 dicembre del 2020, che corrisponde alla Legge di Bilancio 2021, con riferimento in particolare ai commi 365 e 366 dell’articolo 1. Il bonus disabili è un con un contributo economico di 150€ al mese che si pensa debba essere rinnovata ogni anno, a sollievo delle difficoltà economiche che incontrano i genitori dei figli diversamente abili. Lo Stato si fa in parte carico in questo modo e con la fornitura di altri servizi sanitari di assistenza, delle difficoltà di ottemperare alle responsabilità genitoriali nei confronti di un figlio disabile cui non si può venir meno, né dal punto to di vista morale né da quello economico. Dal punto di vista giuridico, infatti, il genitore si fa carico anche dei debiti di un figlio maggiorenne, quindi anche delle spese necessarie al mantenimento di un figlio disabile. Il contributo ai genitori con figli con disabilità, si inserisce nell’insieme delle misure e delle agevolazioni finanziarie per i genitori dei figli disabili per garantire l’esistenza a soggetti svantaggiati con disabilità, anche dopo la scomparsa del genitore o del soggetto che si è fatto carico della sua assistenza. Anche in questo caso lo Stato è intervenuto con la Legge Dopo di Noi, ovvero la legge dell’affidamento fiduciario successorio e tutela del patrimonio a garanzia del disabile, qualunque cosa succeda dopo la scomparsa dei genitori o del tutore che si occupa della sua assistenza.
Come si attiva il contributo genitori con figli con disabilita
Come detto, il bonus riguarda sia i genitori disoccupati che quelli monoreddito che sono parte di un nucleo monoparentale e che hanno a carico un figlio disabile.
Il Decreto Ministeriale del 12 ottobre del 2021 pubblicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Ufficiali insieme con il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stabilito le disposizioni attuative di questo contributo e ha individuato i parametri che devono essere rispettati per scegliere i destinatari. Questo decreto, che è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 285 del 30 novembre dello scorso anno, individua anche la procedura che deve essere rispettata per presentare le domande di contributo, così come le modalità di erogazione. Per ogni anno il contributo può essere erogato fino a un massimo di 500 euro netti.
I requisiti da rispettare
Secondo ciò che è stato indicato dal decreto del 12 ottobre del 2021, il contributo è disponibile per chi al momento della presentazione della richiesta ha un ISEE valido al massimo di 3mila euro, è residente in Italia e, come detto, è genitore monoreddito o disoccupato con un nucleo familiare monoparentale. Il sussidio, quindi, riguarda unicamente i genitori monoreddito o disoccupati che fanno parte di un nucleo monoparentale. Per altro nel decreto vengono fornite anche le definizioni di genitore disoccupato e di genitore monoreddito.
Il genitore disoccupato non ha un impiego, o comunque ha un reddito da lavoro autonomo inferiore ai 4.800 euro all’anno o agli 8.145 euro all’anno. Per quel che riguarda il genitore monoreddito, invece, si tratta di chi ottiene un reddito unicamente dal compimento della propria attività di lavoro, a dispetto del fatto che essa venga prestata per più datori di lavoro; in alternativa, sono considerati genitori monoreddito anche quelli che ricevono un trattamento pensionistico previdenziale, eccezion fatta per ulteriori trattamenti assistenziali. Non viene tenuto conto, dunque, della proprietà o meno di una casa di abitazione.
Le altre definizioni del decreto
Per ciò che concerne il requisito dei figli a carico, infine, si può parlare di vivenza a carico unicamente per le persone che hanno un reddito annuo al massimo di 4.000 euro; qualora si tratti di ragazzi o ragazze di più di 24 anni, il limite previsto è di 2.840 euro e 51 centesimi. È utile conoscere anche la definizione di nucleo monoparentale, anche se l’abbiamo già accennata: si tratta di un nucleo che è formato da un genitore solo con uno o più figli a carico.
L’entità del bonus
Ogni mese l’Inps riconosce il sussidio per una somma di 150 euro al mese, per tutto l’anno e a partire da gennaio. Nel caso dei genitori che hanno almeno due figli a carico, ognuno dei quali con una disabilità di almeno il 60%, il contributo è di 300 e di 500 euro al mese: questa, infatti, è la cifra massima che può essere erogata. Su esplicita indicazione ministeriale, con riferimento al comma 2 dell’articolo 2 del Decreto, il contributo mensile non rientra nella formazione del reddito totale del beneficiario a fini fiscali; inoltre questo bonus non è incompatibile con il reddito di cittadinanza.
Come si inoltra la richiesta
Per presentare la domanda è necessario recarsi sul sito web dell’Inps, e dalla voce Prestazioni e Servizi recarsi su Servizi e Contributo Genitori con Figli con Disabilità. Nel caso dei patronati, invece, si deve visitare il Portale dei Patronati. In ogni caso è indispensabile possedere lo SPID o una delle credenziali digitali fra la Carta Nazionale dei Servizi e la Carta di Identità Elettronica. Occorre indicare il codice fiscale dei figli con disabilità. La richiesta di contributo è valida per un anno. Questo vuol dire che chi ha già inoltrato la richiesta per il 2022 poi lo dovrà rifare anche il prossimo anno se vorrà usufruire di nuovo dell’agevolazione.